Migliaia di residenti della capitale del Sudan, Khartoum, stanno cercando di fuggire dalla città mentre i combattimenti tra esercito e paramilitari, che hanno ucciso circa 270 persone, con più di 2.600 feriti, infuriano per il quinto giorno di fila nonostante una tregua di 24 ore concordata ieri. Con le scorte di cibo che stanno finendo, frequenti blackout e senza acqua corrente, secondo i testimoni in tantissimi hanno iniziato oggi a lasciare le loro case a Khartoum, alcune in auto e altre a piedi. Tra di loro anche molte donne e bambini.
Il cessate li fuoco di 24 ore concordato ieri in Sudan non si è concretizzato. Secondo giornalisti in loco e residenti nella capitale Khartoum, si è tornati a sparare nella serata di ieri e anche questa mattina si possono sentire colpi di arma da fuoco ed esplosioni per il quinto giorno consecutivo. A Khartoum i combattimenti proseguono soprattutto in alcune zone tra cui il quartier generale dell’esercito.
L’esercito e le Forze di supporto rapido (Rsf) avevano concordato una pausa umanitaria che sarebbe dovuta entrare in vigore alle 18:00 di ieri per consentire ai civili di sfuggire ai combattimenti e ottenere assistenza medica. L’Rsf ha immediatamente accusato i militari di aver violato il cessate il fuoco. L’esercito ha detto che la “milizia ribelle” ha continuato i suoi attacchi intorno al quartier generale militare e ha lanciato un attacco fallito contro una base militare a sud.
Un’utente residente nella capitale sudanese ha scritto che Twitter “è inondato di tweet che chiedono informazioni su percorsi di passaggio sicuri al di fuori di Khartoum e altri che condividono i percorsi che hanno preso. Sembra un esodo di massa dalla capitale”. Secondo un altro utente “il numero di persone che lasciano la città è spaventoso”.
La corrispondente di Al Jazeera Hiba Morgan ha scritto su Twitter che”Khartoum è sempre stato il luogo di fuga delle persone dalle zone di conflitto. Era visto come sicuro, stabile, un luogo isolato da ciò che accade altrove nel paese. Ora è da dove le persone fuggono per sopravvivere”
Non tutti quelli che vorrebbero lasciare la città ci stanno però riuscendo, al momento. Sono altrettante le testimonianze di persone intrappolate in casa in mezzo al fuoco incrociato o rifugiate in scuole e chiese. Tra questi ultimi una donna russa ha raccontato a Bbc di essere Rimasta bloccata in una chiesa greca ortodossa a Khartoum, con circa altre 15 persone. Stava partecipando a una messa di Pasqua con la figlia di sette anni quando sono scoppiati i combattimenti. La donna ha raccontato che due cittadini greci che hanno tentato di lasciare la chiesa sabato sono rimasti feriti nel cortile. Le scorte di cibo e acqua nella chiesa stanno finendo e la situazione sta diventando disperata, ha aggiunto.
Anche una missione dell’esercito tedesco con l’obiettivo di evacuare circa 150 concittadini dal Sudan è stata interrotta oggi a causa dei combattimenti, ha riferito la rivista Spiegel citando fonti anonime. Spiegel ha detto che l’aeronautica della Luftwaffe ha inviato tre aerei da trasporto A400M per la missione questa mattina. Gli aerei erano atterrati in Grecia per una sosta di rifornimento. L’esercito ha interrotto la missione dopo le notizie di nuovi scontri e attacchi aerei a Khartoum, secondo il rapporto.
Trentanove ospedali su 59 a Khartoum e negli Stati vicini del Sudan sono “fuori servizio”. Lo ha dichiarato questa mattina il Comitato centrale dei medici sudanesi (Ccsd) in un comunicato su Facebook. Solo 20 ospedali sono completamente o parzialmente operativi, da quanto risulta. “Tra gli ospedali che hanno smesso di funzionare, ci sono nove ospedali che sono stati bombardati e 16 ospedali che sono stati sottoposti a evacuazione forzata”, hanno affermato i medici sudanesi.
Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha affermato che ci sono state segnalazioni secondo cui alcune strutture mediche in Sudan sarebbero state saccheggiate o utilizzate per scopi militari, aggiungendo che gli ospedali del Paese che non sono fuori servizio stanno facendo i conti con carenze di personale medico e forniture, oltre che di energia elettrica, carburante per i generatori di corrente e acqua.
“L’Oms invita tutte le parti a rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale. Le strutture sanitarie e i lavoratori non devono mai essere un obiettivo, soprattutto in una situazione come questa in cui ci sono migliaia di civili che hanno bisogno di accedere alle cure di emergenza”, ha affermato il direttore generale, aggiungendo che “tutte le parti devono garantire un accesso illimitato e sicuro alle strutture sanitarie per i feriti e tutti coloro che necessitano di cure mediche”.
(Foto credit: AFP)