La guerra in Sudan ha creato la più grave e devastante crisi umanitaria al mondo, con oltre 30 milioni di persone che necessitano di aiuti nel 2025, tra cui 16 milioni di bambini che lottano per sopravvivere in condizioni disperate. Lo ha dichiarato ieri la direttrice esecutiva dell’Unicef, Catherine Russell, intervenendo al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Secondo Russell, i bambini in Sudan stanno subendo “sofferenze inimmaginabili e violenze orribili”. Circa 1,3 milioni di minori si trovano in aree colpite dalla carestia e oltre 770.000 dovrebbero soffrire di “malnutrizione acuta grave” nel corso dell’anno, con il rischio di morte senza interventi umanitari adeguati.

Il conflitto, iniziato nell’aprile 2023 a seguito di tensioni tra le forze armate sudanesi e le Forze di supporto rapido (Rsf), ha provocato almeno 20.000 morti, anche se il bilancio reale potrebbe essere molto più alto, e ha costretto oltre 14 milioni di persone ad abbandonare le proprie case. Nei soli ultimi sei mesi del 2024, l’Unicef ha registrato più di 900 gravi violazioni contro i minori, l’80% delle quali omicidi o mutilazioni, principalmente nelle regioni di Darfur, Khartoum e Gezira. Russell ha sottolineato che si tratta solo di “una frazione della realtà”.
L’Unicef ha inoltre rilevato un drammatico aumento della violenza sessuale in Sudan, usata come arma di terrore contro la popolazione. Attualmente, 12,1 milioni di donne e ragazze, ma anche un numero crescente di uomini e ragazzi, sono a rischio, con un incremento dell’80% rispetto all’anno precedente. Solo nei primi mesi del 2024, sono stati segnalati 221 casi di stupro su minori in nove province, con il 67% delle vittime di sesso femminile e il 33% di sesso maschile. Tra questi, almeno 16 bambini avevano meno di cinque anni, di cui quattro neonati sotto l’anno di età.

Christopher Lockyear, segretario generale di Medici senza frontiere (Msf), ha denunciato davanti al Consiglio di Sicurezza che entrambe le parti in conflitto stanno aggravando la sofferenza dei civili. Le forze governative hanno bombardato indiscriminatamente aree densamente popolate, mentre le Rsf e le milizie alleate hanno perpetrato violenze sistematiche, rapimenti, esecuzioni di massa, saccheggi di aiuti umanitari e occupazione di strutture mediche.
“Entrambe le fazioni hanno assediato città, distrutto infrastrutture civili essenziali e bloccato gli aiuti umanitari”, ha dichiarato Lockyear, ripreso da Reuters, aggiungendo che il Consiglio di Sicurezza ha adottato risoluzioni per la cessazione delle ostilità, ma senza tradurle in azioni concrete.
L’Unicef ha stimato che saranno necessari almeno 1 miliardo di dollari nel 2025 per fornire aiuti salvavita a 8,7 milioni di bambini vulnerabili in Sudan. Tuttavia, il taglio dei finanziamenti internazionali, inclusa la riduzione degli aiuti statunitensi, rischia di aggravare ulteriormente la crisi umanitaria nel Paese.
Lockyear ha esortato la comunità internazionale a garantire un accesso umanitario senza restrizioni e a rafforzare i meccanismi di responsabilità per le violazioni commesse nel conflitto. “Ciò che serve ora – ha concluso -, è un accordo che protegga i civili e assicuri che la risposta umanitaria resti indipendente da interferenze politiche”.
foto di apertura: UNHCR / Andrew McConnel