Sudan, la polizia: «Non spareremo più sui manifestanti»

di Enrico Casale
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La polizia sudanese ha ordinato ai propri ufficiali di non intervenire contro le migliaia di persone che manifestano contro il presidente Omar al-Bashir, fuori del quartier generale dell’esercito a Khartoum.

Nei giorni scorsi la repressione è stata molto dura. Si sono uditi colpi di arma da fuoco fuori dal quartier general. Secondo alcune testimonianze i militari avrebbero protetto i manifestanti attaccati dagli agenti della sicurezza. Si dice che almeno due soldati siano morti nel tentativo di aiutare i civili. Il ministro degli Interni ha detto che sette manifestanti sono stati uccisi e 15 feriti, mentre 42 membri delle forze di sicurezza sono rimasti feriti. Ha aggiunto che quasi 2500 persone sono state arrestate.

Un portavoce della polizia ha però diramato una dichiarazione ufficiale delle forze dell’ordine nella quale si afferma che i comandanti hanno «ordinato a tutte le forze di non intervenire contro i cittadini nelle manifestazioni pacifiche».

«Chiediamo a Dio di preservare la sicurezza e la tranquillità del nostro Paese […] e di unire il popolo sudanese […] in una transizione pacifica del potere», si legge nella dichiarazione.

Anche Stati Uniti, Regno Unito e Norvegia hanno chiesto al Sudan di programmare una transizione politica pacifica che permetta ad al-Bashir di lasciare il potere e che un nuovo presidente sia eletto con un voto regolare.

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