Sudan, “l’accordo di transizione offre una strada per le aspirazioni dei giovani”

di claudia
Volker Perthes

La firma dell’accordo quadro in Sudan tra militari e partiti politici può segnare una via d’uscita dall’incertezza e dall’insicurezza causate dal colpo di stato dell’ottobre 2021. Lo ha rimarcato il capo della missione Onu nel Paese (Unitams), Volker Perthes, riferendo al Consiglio di sicurezza sull’intesa siglata nei giorni scorsi utile a gettare le basi per arrivare a un accordo definitivo e a un nuovo governo civile nell’arco di due anni.

“L’accordo quadro offre ora un cammino per rispondere alle aspirazioni di giovani, donne e uomini del Sudan – ha spiegato Perthes, collegato da Khartoum – un accordo politico definitivo, una volta raggiunto, porterà a un governo civile che dovrebbe essere in una posizione migliore per affrontare la situazione di sicurezza, umanitaria ed economica, e dovrebbe aprire la strada alla costruzione di uno Stato democratico basato sui diritti umani, lo stato di diritto e l’uguaglianza di genere, e fornire un futuro ai giovani uomini e donne del Sudan. Consentirà inoltre la ripresa dei colloqui di pace con i movimenti che devono ancora fare la pace con il governo e il ripristino di un ampio sostegno internazionale al Sudan”.

La firma dell’accordo quadro ha segnato il primo passo di un processo in due fasi. E sebbene sia un importante passo avanti, non mancano “questioni critiche e controverse” da affrontare nell’ambito dell’accordo finale, quali la riforma del settore della sicurezza, la giustizia di transizione e l’attuazione dell’accordo di pace di Juba del 2020 firmato dal governo di transizione e da diversi gruppi armati nel Darfur. In tale processo, ha ammonito Perthes, non mancheranno “sfide e spoiler”. Per questo, ha sottolineato, “è necessaria la difesa concertata della comunità internazionale per incoraggiare posizioni costruttive da parte di coloro che non sono, o non vogliono essere, parte del processo, o che non vogliono ancora farne parte”.  Fondamentale per la riuscita del processo politico e di transizione sarà anche una partecipazione importante di donne e giovani. Il funzionario Onu ha ricordato che il Gruppo per i diritti delle donne continua a chiedere una partecipazione di almeno il 40% di donne in tutte le delegazioni.

Perthes ha quindi ricordato come la situazione dei diritti umani in Sudan rimanga preoccupante: “Le proteste contro il governo militare sono continuate e sono rimaste in gran parte pacifiche. Il più delle volte, tuttavia, le forze di sicurezza hanno agito o reagito con un uso eccessivo della forza”. L’ultimo incidente risale al 24 novembre, quando due persone sono rimaste uccise a Omdurman, portando il bilancio totale delle vittime a partire dal golpe del 2021 a 121 morti e oltre 8.000 feriti.

“Come ho detto più volte davanti a questo Consiglio, spetta alle autorità rispettare il diritto di riunione pacifica e astenersi dall’uso eccessivo della forza, anche se provocate – ha concluso – ugualmente importante è garantire un corretto e giusto processo per gli imputati che devono affrontare un processo”.

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