Sudan, nasce una nuova coalizione politica

di claudia

Le forze sudanesi che non hanno sottoscritto l’accordo quadro dello scorso dicembre raggiunto dai militari al potere a Khartoum con le Forze per la libertà e il cambiamento hanno annunciato la creazione di una coalizione, denominata “Coordinamento delle forze democratiche nazionali”, e la definizione di una nuova road map per risolvere la crisi politica in cui versa il Paese dopo il golpe del 2021.

La nuova coalizione è nata durante un incontro tenuto al Cairo, che ha visto riuniti 85 esponenti di 35 partiti e movimenti, tra cui il Blocco Democratico, l’Esercito di liberazione del Sudan e il movimento Giustizia e uguaglianza. Stando al comunicato riportato dal Sudan Tribune, i partecipanti hanno discusso delle modalità per avviare un dialogo intra-sudanese che apra la strada a una soluzione politica capace di sostituire l’accordo quadro del 5 dicembre scorso. Nella nota è stata quindi annunciata la creazione della nuova coalizione politica e l’adozione del “Documento nazionale che disciplina il periodo di transizione”, che prevede 15 emendamenti alla Costituzione del 2019.

I principali emendamenti proposti prevedono la cancellazione delle Forze per la libertà e il cambiamento dal testo del 2019 e la sua sostituzione con “forze politiche e civili, organizzazioni della società civile, comitati di resistenza e parti del processo di pace che hanno firmato gli emendamenti”. Inoltre, il testo proposto prevede la sostituzione del nome Consiglio della sovranità con Autorità sovrana.

Stando al documento, le strutture di governo saranno l’Autorità sovrana, il Consiglio dei ministri e il Consiglio legislativo: l’autorità sovrana sarà composta da sette membri scelti dai firmatari della dichiarazione costituzionale modificata, il Consiglio legislativo da 300 membri e il gabinetto da 25 ministri. Per quanto riguarda gli accordi di sicurezza, la nuova coalizione politica ha approvato l’integrazione delle Forze di supporto rapido e di altri gruppi armati nell’esercito nazionale. Inoltre ha previsto la cessione al ministero delle Finanze delle attività economiche e industriali oggi in mano alle forze armate, ad eccezione delle aziende della Difesa.

I gruppi armati non firmatari dell’accordo quadro hanno sempre rifiutato il controllo del processo di transizione da parte delle Forze per la libertà e il cambiamento a causa di divergenze sul documento costituzionale, prima che venisse firmato nell’agosto 2019. Il testo sottoscritto nel 2019, infatti, è stato modificato per consentire la loro partecipazione al governo di transizione dopo la firma dell’accordo di pace di Juba.

Il leader dell’Umma Party, Mubarak Al-Mahdi, ha detto in conferenza stampa: “Il prossimo passo è sedersi con la componente militare, il quartetto internazionale (Stati Uniti, Regno Unito, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti) e i mediatori per discutere il processo di formazione del governo”. 

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