In Sudan, un portavoce del Consiglio militare di transizione ha dichiarato che la proposta di mediazione presentata dall’Etiopia deve essere rivista. I militari, senza respingere completamente il piano, chiedono modifiche.
Il documento, che sabato era stato accolto con favore dall’opposizione, prevede un Consiglio di transizione di quindici persone, nel quale la maggioranza è assegnata ai civili, ma guidato da una presidenza a rotazione tra militari e civili.
Domenica, il portavoce dell’esercito, il tenente generale Shams-Eddin Kabashi, ha affermato che il documento non corrisponde a ciò che è stato discusso in queste settimane, senza fornire ulteriori dettagli. «Abbiamo detto al nostro presidente e vicepresidente che abbiamo ricevuto la proposta etiopica, ma che è diversa da ciò che avevamo concordato con la mediazione e con il primo ministro etiopico. Non prenderemo in considerazione questa proposta finché non avremo risposte chiare sul perché ci siano differenze», ha affermato.
Il portavoce del Consiglio militare di transizione ha assicurato che il piano etiopico era «diverso» da un’altra iniziativa presentata dall’Unione Africana e ha chiesto che i due mediatori tornassero con un piano comune. Khartoum non ha completamente chiuso la porta, ma sembra voler puntare i piedi, ha commentato un osservatore.