Sudan: Pam sospende aiuti alimentari a Gezira, quasi 3 milioni di bambini a rischio

di claudia

Il Programma alimentare mondiale (Pam) è stata costretta a sospendere temporaneamente l’assistenza alimentare in alcune parti dello Stato di Gezira, in Sudan, a causa dell’allargarsi dei combattimenti a sud e a est della capitale Khartoum. “Si tratta di una grave battuta d’arresto per gli sforzi umanitari nel granaio del Paese, dove il Pam ha regolarmente fornito aiuti a oltre 800.000 persone, molte delle quali erano fuggite dai combattimenti a Khartoum”, ha sottolineato l’agenzia Onu in un comunicato.

“Abbiamo già perso le nostre case a Khartoum e assistito con i nostri occhi alla distruzione delle nostre vite. Adesso siamo costretti a fuggire ancora una volta, lasciandoci dietro quel poco che ci era rimasto. Centinaia di migliaia di persone fuggono a piedi, senza nessun posto dove andare. Siamo molto preoccupati per coloro che hanno già vissuto gli orrori di Khartoum e ora si ritrovano intrappolati a Wad Madani senza via d’uscita”, ha detto Karim Abdelmoneim, Coordinatore dell’emergenza del Pam per lo Stato di Gezira.

“Un luogo che era un rifugio è ora diventato un campo di battaglia in una guerra che è costata già moltissimo ai civili. Questo ha costretto il Pam a sospendere le consegne di cibo in alcune località dello Stato di Gezira in un momento in cui le persone hanno maggiormente bisogno del nostro aiuto”, ha detto Eddie Rowe, Rappresentante e Direttore Pam in Sudan.

Sono circa 300.000 le persone fuggite dallo Stato di Gezira nel giro di pochi giorni, da quando sono scoppiati gli scontri venerdì scorso. I combattimenti in atto rendono estremamente difficile per le agenzie umanitarie fornire assistenza in modo sicuro, soprattutto con un numero sempre maggiore di persone che fuggono per mettersi in salvo. “Siamo impegnati a sostenere il popolo del Sudan nel momento di maggior bisogno, ma la sicurezza del nostro personale e dei nostri partner deve essere garantita. I nostri team lavorano 24 ore su 24 per fornire aiuti alimentari nei luoghi in cui è ancora possibile farlo e per riprendere l’assistenza programmata in altre aree quando ci saranno le condizioni di sicurezza – ha detto Rowe – la sicurezza del personale umanitario, delle forniture e delle strutture è fondamentale e deve essere garantita indipendentemente dalle circostanze. Esortiamo tutte le parti ad aderire ai loro obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario per il bene dei civili innocenti che hanno così disperatamente bisogno di sostegno”.

Se il conflitto si estendesse alla regione produttrice di grano del Sudan, le conseguenze sarebbero drammatiche sulla produzione agricola e sulla disponibilità di cibo nei prossimi mesi, in un momento in cui la fame è già a livelli record, ha ammonito l’agenzia.  Quasi 18 milioni di persone in Sudan soffrono di grave insicurezza alimentare durante la stagione del raccolto, un periodo in cui il cibo è generalmente più disponibile. Le prime valutazioni mostrano che i raccolti hanno subito un duro colpo a causa del conflitto, dal momento che l’aumento dei prezzi di fertilizzanti, sementi e carburante ostacola l’agricoltura durante la stagione della semina. “Il granaio del Sudan deve rimanere tale: si deve coltivare, non fare la guerra. Altrimenti, con l’inizio della stagione di magra, a maggio del prossimo anno, potremmo trovarci di fronte a una crisi alimentare ancora più catastrofica”, ha avvertito Rowe. 

Quasi 3 milioni di bambini nello Stato sudanese di Gezira sono a rischio per l’escalation di violenza. Questo l’allarme lanciato oggi dall’Unicef, secondo cui almeno 150.000 bambini sono stati costretti a lasciare le proprie case in meno di una settimana a causa dello scoppio dei combattimenti, venerdì scorso. Con l’inizio delle ostilità nello Stato di Gezira, ha aggiunto l’agenzia Onu, ad oggi in più della metà degli Stati del Sudan – 10 su 18 – si sta verificando un conflitto attivo.

“Si stima che 5,9 milioni di persone vivano nello stato di Gezira e circa la metà della popolazione sia composta da bambini. Dall’escalation del conflitto in Sudan lo scorso 15 aprile, circa 500.000 persone sono fuggite dalle violenze in altre parti del Paese verso lo stato Gezira, con almeno 90.000 persone alla ricerca di rifugio nel capoluogo Wad Madani”, ha spiegato l’Unicef.

“Decine di migliaia di bambini vulnerabili nello Stato di Gezira sono stati costretti a lasciare le proprie case alla ricerca di sicurezza mentre i combattimenti scoppiavano in un’area precedentemente considerata relativamente sicura  – ha dichiarato Catherine Russell, Direttrice generale dell’Unicef – questa nuova ondata di violenza potrebbe lasciare bambini e famiglie intrappolati tra le linee di combattimento o presi nel fuoco incrociato, con conseguenze fatali. Con le notizie di nuovi combattimenti in altre zone del Paese, milioni di bambini in Sudan sono ancora una volta in grave pericolo”.

La città di Wad Madani è utilizzata come hub primario per molti servizi salvavita essenziali nello Stato, compreso l’unico centro di dialisi renale nello Stato. La città attualmente ospita centinaia di bambini vulnerabili evacuati da altre parti del Paese ed è stata utilizzata come hub per le operazioni umanitarie da quando i combattimenti sono iniziati ad aprile. “I nostri colleghi in Sudan hanno ascoltato storie agghiaccianti di viaggi strazianti che donne e bambini sono stati costretti a fare solo per raggiungere la sicurezza della città di Madani – ha aggiunto Russell – ora, anche quel fragile senso di sicurezza è andato in frantumi, poiché quegli stessi bambini sono stati nuovamente costretti a lasciare le loro case. Nessun bambino dovrebbe vivere gli orrori della guerra. I bambini e le infrastrutture civili su cui fanno affidamento devono essere protetti”.

Nella nota l’agenzia Onu ricorda che l’appello umanitario per il Sudan per quest’anno rimane finanziato solo per il 27%: “L’Unicef ha bisogno di 840 milioni di dollari nel 2024 per sostenere e aumentare i servizi salvavita e di resilienza per quasi 8 milioni di bambini sudanesi più vulnerabili”.

L’agenzia ha quindi rilanciato l’appello per un cessate il fuoco immediato in tutto il Sudan, ribadendo l’invito a tutte le parti in conflitto a rispettare il diritto internazionale umanitario e i diritti umani, anche garantendo la protezione dei bambini, e a facilitare un accesso umanitario rapido, sicuro e senza ostacoli ai bambini e alle famiglie nelle aree colpite 

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