Sia l’esercito che i paramilitari del Sudan hanno commesso in questi mesi abusi che potrebbero equivalere a crimini di guerra, tra cui attacchi indiscriminati contro siti civili come ospedali, mercati e persino campi per sfollati. Lo ha affermato oggi Volker Turk, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, in una dichiarazione che accompagna un nuovo rapporto sul conflitto civile nel Paese.
Il rapporto delle Nazioni Unite copre il periodo aprile-dicembre e si basa su interviste con oltre 300 vittime e testimoni, nonché su filmati e immagini satellitari. In un episodio oggetto di analisi dozzine di sfollati sono stati uccisi nel bombardamento da parte delle Forze di supporto rapido (Rsf) del campo dove si trovavano a Zalingei, nel Darfur, tra il 14 e il 17 settembre. Circa 26 civili, per lo più donne e bambini, sono stati invece uccisi il 22 agosto dai proiettili sparati dalle forze armate sudanesi mentre si riparavano sotto un ponte. Secondo il rapporto, le Rsf userebbero scudi umani come tattica di combattimento.
Gli esperti delle Nazioni Unite hanno documentato anche diversi casi di violenza sessuale che contro almeno 118 persone. Molti degli stupri sono stati commessi da membri delle Rsf.