La parola Nubia significa oro. Perchè per i Faraoni quella regione desertica solcata dal Nilo era il territorio dal quale per secoli si estrasse il prezioso metallo con il quale la civiltà egizia potè sfoggiare ai polsi, alle orecchie e sui petti dei propri faraoni e principesse splendidi gioielli. Ma a quei tempi non esistevano le moderne Land Rover e le Toyota e la Nubia era lontana, lontanissima. C’era il Nilo…ma c’erano le cataratte che impedivano la navigazione e il trasporto di quell’oro che era sì un abbellimento ma anche e soprattutto la dimostrazione della potenza del Regno.
Si, le cateratte. Il Nilo ne ha ben sei e sono una sorta di vendetta del Grande Fiume che da quelle strettoie con le acque turbinose dimostra agli uomini – allora come oggi – che non sono onnipotenti. Dunque l’oro della Nubia doveva attraversare il deserto e a volte per percorrere la pista migliore doveva attraversare da parte a parte il Nilo…e non c’erano ponti.
Dunque quell’oro era ancora più prezioso. Era impreziosito dal deserto, una distesa infinita color ocra di sabbia e ciottoli, punteggiata da sparute pianticelle a cespuglio che le capre di qualche villaggio mangiano come se si trattasse di una grassa pianticella dell’Africa equatoriale. Il deserto, spietato e potente, va affrontato con rispetto. Oggi lo attraversiamo con potenti fuoristrada e facendolo non ci si può non immaginare le carovane del passato, lente e pesanti, cariche d’oro per i faraoni, che si muovevano ondeggiando tra quelle dune e che guardavano il fiume dispettoso e le tumultuose cateratte.
Nel deserto si sa sempre dov’è il Nilo. Qui il Grande Fiume orienta i viandanti come nel mare fanno le stelle, il Sole e la Luna. Basta guardare ad uno degli orizzonti, ad est o a ovest. Dove si intravvede una striscia verde che interrompe l’ocra infinito, lì c’è il Nilo che compie, due volte all’anno, il suo miracolo con il limo fertile che strappa alle rocce della lontana Etiopia.
Il Nilo miracoloso e il Nilo vendicativo con le sue cateratte e i suoi miracolosi allagamenti.
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)