Sudan, revocata la licenza ad Al Jazeera nel Paese

di claudia

Il Sudan ha revocato la licenza di al-Jazeera Mubasher, parte della rete con sede in Qatar, accusandolo di copertura televisiva “non professionale” delle proteste contro il colpo di stato. Lo ha riferito ieri l’emittente qatarina. “Le autorità sudanesi annunciano di aver revocato l’accreditamento di al-Jazeera Mubasher e di aver impedito al suo team di lavorare in Sudan”, ha twittato la rete.

“Il ministero della Cultura e dell’Informazione ha revocato l’accreditamento del giornalista di al-Jazeera Mubasher, Mohammed Omar, e del fotografo, Badawi Bashir, sulla base della ‘copertura non professionale degli affari sudanesi’ e della segnalazione di ‘informazioni errate che danneggiano l’interesse e tessuto sociale del Paese”, si legge in una nota di al-Jazeera.

La rete ha condannato “l’interferenza con il suo dovere di trasmettere una copertura equa e obiettiva degli eventi nel Paese e di consentire ai suoi giornalisti di operare senza ostacoli e di esercitare la loro professione”. Al-Jazeera considera questa mossa come “un attacco alla libertà di stampa nel suo insieme e invita le organizzazioni internazionali per i diritti umani e i media a condannare questa violazione della sicurezza dei giornalisti”.

Sabato il ministero della Cultura e dell’informazione del Sudan ha affermato che la copertura del canale mirava al “tessuto sociale del paese trasmettendo contenuti contrari all’etica della professione e ai costumi e ai costumi del popolo sudanese”. Questo avrebbe “danneggiato i più alti interessi del Paese e la sua sicurezza nazionale. Una violazione dei termini in base ai quali è stata concessa una licenza”.

Questa è la seconda volta che le autorità sudanesi chiudono l’ufficio di al-Jazeera in Sudan, dopo quanto successo nel maggio 2019. In quel caso la decisione di chiudere la sede della rete è stata revocata due mesi dopo.

Il Sudan sta vivendo una crisi politica dal 25 ottobre 2021, quando i militari hanno estromesso il governo di transizione del primo ministro Abdalla Hamdok e dichiarato lo stato di emergenza. Hamdok è stato reintegrato il 21 novembre a seguito di un accordo, ma si è dovuto dimettere all’inizio di gennaio in seguito alle proteste di piazza che hanno criticato il patto. La presa del potere militare ha innescato proteste di massa da parte di movimenti pro-democrazia che chiedono un governo civile. Almeno 64 manifestanti sono stati uccisi, secondo i medici durante la repressione di queste manifestazioni dalla fine di ottobre.

Foto di apertura: Paul Keller

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