Mancano carburante, beni di prima necessità e medicinali nel Darfur del Nord, in Sudan. Lo ha denunciato al Sudan Tribune un funzionario dello Stato sudanese, spiegando che la carenza di tali beni sarebbe causata dalla sospensione dei convogli umanitari e commerciali, che fino a poche settimane fa erano scortati da una forza creata dai movimenti armati firmatari dell’accordo di pace di Juba, con l’obiettivo di garantire la sicurezza in risposta al vuoto creato dal conflitto in corso in Sudan tra esercito e forze paramilitari di supporto rapido.
Questa forza ha operato nel capoluogo El Fasher, garantendo strutture governative e mercati, e ha scortato i convogli dal Sudan centrale al Darfur passando per il Kordofan. Tuttavia, ha aggiunto la fonte, questi convogli sono diminuiti da quando le forze paramilitari hanno preso il controllo delle principali città del Darfur centrale, del Darfur occidentale e nel Darfur orientale, di fatto annullando la neutralità della forza congiunta.
Secondo la fonte, le forze paramilitari di supporto rapido potrebbero optare per un assedio prolungato a El Fasher, prima di lanciare un attacco per prenderne il controllo: “In caso di attacco a El Fasher, la forza congiunta si impegnerà in una battaglia cruciale per difendere i civili e le loro proprietà”.