“In questi ultimi giorni eravamo tutti in attesa di questo momento, i segnali erano stati chiari, c’era movimento di gruppi legati al Jem di Minni Minnawi e agli islamisti, i quali avevano organizzato corriere per portare dimostranti davanti alla sede del Palazzo presidenziale, di fatto senza trovare ostacoli da parte dell’esercito che è sostenuto da questi stessi gruppi”: questo il racconto a caldo di una fonte di InfoAfrica/Rivista Africa di quanto sta avvenendo in queste ore a Khartoum.
La capitale del Sudan si è risvegliata oggi con i militari che hanno arrestato il premier Abdallah Hamdok e altri esponenti di governo. “La situazione non è ancora chiara – prosegue la stessa fonte anonima per motivi di sicurezza – pare che Hamdok sia stato condotto via dalla sua residenza, ci aspettiamo a breve una dichiarazione ufficiale da parte dell’esercito. Intanto le strade del centro sono vuote perché gli accessi alla città sono stati chiusi. E interrotte sono anche le comunicazioni telefoniche e quelle internet”. Da giorni, prosegue la fonte di InfoAfrica/Rivista Africa, oltre alle manifestazioni c’erano personalità varie che si esprimevano a favore dei dimostranti e dell’esercito: “Con il senno del poi appare evidente che stavano preparando il terreno per quanto avvenuto oggi. Era anche aumentata la criminalità nelle zone periferiche, era stata insomma creata quella sensazione che ci voleva per favorire una presa di posizione dei militari”. L’interruzione di internet e delle linee telefoniche, secondo questa fonte serve innanzitutto a rendere più difficile una possibile reazione degli attivisti pro-democrazia, reazione che potrebbe prendere la forma di manifestazioni di piazza.