Oggi si apre a Nouakchott, in Mauritania, il 31° summit dell’Unione Africana (UA) che vedrà riuniti circa quaranta capi di stato del continente. Presenti fra gli altri l’equato-guineano Teodoro Obiang, il presidente dello Zimbabwe, Emmerson Mnangagwa, il nigeriano, Muhammadu Buhari e anche il sudanese Omar al-Bashīr.
Il summit, che nella giornata di lunedì vedrà la partecipazione straordinaria del presidente francese Emmanuel Macron, dovrebbe avere all’ordine del giorno la questione della sicurezza e dello sviluppo economico nelle regioni del Sahara e del Sahel e il contrasto all’emigrazione illegale, al crimine organizzato e soprattutto la lotta alla corruzione, un cantiere lento e malfunzionante che fa perdere il 25% della ricchezza annuale del continente, come sottolinea Rfi.
Si parlerà anche del conflitto sud sudanese, della possibile ricandidatura del presidente congolese Joseph Kabila alle prossime elezioni di 23 dicembre e dell’annosa questione del Sahara Occidentale.
Secondo africanews, il Capo di Stato ruandese Paul Kagame, presidente di turno dell’UA, dovrà presentare un nuovo rapporto sulla riforma istituzionale dell’istituzione panafricana che ha come obiettivo quello di raggiungere una maggiore autonomia finanziaria e dunque i mezzi per una reale sovranità politica. Nella riforma si prevede una tassa del 0,2 % sulle importazioni di ogni paese destinata proprio a questo scopo. Ad oggi più del 50% dei fondi dell’UA provengono da finanziatori stranieri e il 97% dei suoi programmi viene finanziato da donatori.
Nelle due intense giornate di incontri a Nouakchott si dovrebbe anche riprendere in mano il processo per la creazione della Zona di libero scambio (Zlec), per la quale è stato firmato un accordo da 44 paesi lo scorso marzo a Kigali. L’obiettivo è di far entrare in vigore l’intesa per la fine di quest’anno, accelerando così la creazione di un’unione doganale in un’area in cui vivono 1,2 miliardi di persone.