La Banca Mondiale ha sospeso il finanziamento destinato allo sviluppo del turismo nel sud della Tanzania dopo accuse di omicidi, stupri e trasferimenti forzati. L’istituzione ha iniziato a indagare l’anno scorso dopo essere stata accusata di facilitare abusi intorno al parco nazionale Ruaha, che doveva raddoppiare le sue dimensioni secondo un accordo tra la Banca e le istituzioni di Dodoma.
La Tanzania, spiega il quotidiano britannico The Guardian, doveva ricevere ulteriori 50 milioni di dollari, dopo aver già ottenuto un fondo da 100 milioni. Il piano prevede la costruzione di strade, aree di osservazione e centri per visitatori, nonché investimenti nel monitoraggio della fauna selvatica e nelle misure di sicurezza.
A settembre 2023, il think tank statunitense Oakland Institute aveva documentato una serie di abusi da parte dei ranger tanzaniani contro i villaggi accusati di occupare il parco nazionale, denunciando l’uccisione di pastori e pescatori, il sequestro di bestiame e lo stupro di donne.
L’Oakland Institute ha accolto con favore la decisione “molto attesa”, che è arrivata un anno dopo che la Banca Mondiale è stata informata per la prima volta delle potenziali violazioni delle proprie politiche di salvaguardia.
L’Oakland Institute ha inoltre affermato che nonostante la Banca Mondiale abbia annunciato un’indagine, il governo tanzaniano ha proceduto nel mese di ottobre con i piani per ridefinire i confini del parco nazionale, con il conseguente possibile sgombero di 21.000 persone.