Ieri sera i partiti d’opposizione algerina ha accolto la proposta del presidente della Repubblica pro-tempore, Abdelkader Bensalah, per un dialogo volto a porre fine alla crisi politica, ma lo ha fatto ponendo tuttavia una serie di condizioni. La notizia è arrivata al termine della conferenza nazionale delle “forze del cambiamento” che si è svolta ieri ad Algeri.
Nel comunicato finale, i partiti di opposizione esprimono “sostegno incondizionato al movimento popolare” e accettano l’istituzione di una piattaforma di dialogo con gli attuali governanti diretta da personalità indipendenti, ovvero la proposta formulata in settimana dal Capo dello Stato.
I partecipanti alla conferenza esigono però la partecipazione di “tutti i partiti e le personalità politiche”, comprese quelle che si erano opposte sia al quarto che al quinto mandato dell’ex presidente Abdelaziz Bouteflika. Luce verde anche all’istituzione di una nuova autorità incaricata dell’organizzazione delle elezioni presidenziali, a patto tuttavia che ne vengano escluse tutte le persone implicate in passato in frodi elettorali, “compresi gli attuali dirigenti”.
Apprezzamento viene espresso anche verso la posizione dell’Esercito popolare nazionale del generale Ahmed Gaid Salah, che ha riaffermato il principio di non ingerenza negli affari politici. I vertici militari, secondo le forze di opposizione che hanno partecipato alla riunione, possono “svolgere un ruolo importante nel guidare i negoziati tra tutte le parti.
Alla conferenza delle “forze del cambiamento” hanno partecipato in non meno di 600 tra rappresentanti di partiti politici e personalità indipendenti. Assenti gli esponenti del Raggruppamento per la cultura e la democrazia (Rcd), del Movimento democratico e sociale (Mds) e di forze di sinistra come il Fronte delle forze socialiste (Ffs) e il Partito dei lavoratori (Pt).
In settimana Bensalah ha annunciato l’avvio di un nuovo processo di dialogo organizzato da “personalita’ indipendenti” e senza la partecipazione dello Stato, compresa l’istituzione militare. L’obiettivo, come ricorda Agenzia Nova è la preparazione del voto per le prossime elezioni presidenziali “nelle migliori condizioni possibili”. L’appello è stato rivolto “agli attori politici nazionali, all’insieme delle componenti della classe politica, alle personalità patriottiche nazionali, ai movimenti che strutturano la società civile e a tutti coloro che sono considerati come espressione dei sentimenti di una frangia della popolazione o delle sue élite”, in particolare “giovani e donne”. A costoro veniva chiesto di impegnarsi in un processo di dialogo che “sarà condotto e gestito in tutta libertà e in piena trasparenza da personalità nazionali credibili, indipendenti, senza affiliazioni partitiche e senza ambizioni elettorali”.
Non vi parteciperanno, invece, “lo Stato in tutte le sue componenti, compresa l’istituzione militare”, chiamate a osservare “la più rigida neutralità in tutto lo svolgimento del processo”. Lo stesso Stato, ha precisato Bensalah, “metterà a disposizione tutti i mezzi materiali e logistici necessari alla riuscita dell’operazione”, sul cui funzionamento non dovrà intervenire. Allo stesso modo, il presidente ad interim ha assicurato che “i partecipanti al dialogo avranno la libertà di discutere le condizioni da soddisfare per garantire la credibilità delle prossime elezioni presidenziali e di affrontare tutti gli aspetti legislativi, regolamentari e organizzativi” delle consultazioni, incluso il calendario elettorale e la supervisione del voto.
Dal dialogo, inoltre, dovrà emergere “un’autorità elettorale indipendente” che avrà il mandato di organizzare e monitorare il processo elettorale in tutte le sue fasi. “Occorrerà discutere e definire la configurazione di questo organismo, precisarne i compiti e i poteri, le modalità di organizzazione e funzionamento e le personalità chiamate a dirigerlo”.
Si tratta sicuramente di grandi passi avanti ottenuti per lo più grazie alla mobilitazione di massa e pacifica dell’intero popolo algerino che manifesta ormai da 20 settimane. Venerdì infatti, il movimento popolare algerino (Al Hirak) ha organizzato di nuovo delle manifestazioni in tutto il paese per chiedere un vero cambiamento della leadership dopo le dimissioni del presidente Abdelaziz Bouteflika.
Le proteste di due giorni fa hanno coinciso con il 57mo anniversario della Giornata dell’indipendenza dalla Francia. Durante le proteste è stata chiesta la liberazione di Lakhdar Bouragaa, eroe della guerra di liberazione, in carcere per aver sventolato la bandiera berbera Amazigh durante le manifestazioni del 28 giugno scorso. I manifestanti, come ricorda RFI, hanno attaccato in particolare il generale Gaid Salah, considerato il principale ostacolo a un realmente cambiamento nel paese.