Nella mattinata di ieri Burkina Faso, Mali e Niger hanno innalzato la bandiera della Confederazione degli Stati del Sahel (Aes) sulla presidenza, e sulle altre istituzioni, di tutti e tre i Paesi.
Ieri mattina a Ouagadougou, Niamey e Bamako, riferiscono i media di questi tre Paesi saheliani e gli organi di stampa ufficiali dell’Aes, si è tenuta quasi in simultanea la cerimonia di alzabandiera del vessillo della Confederazione, un evento che “segna una tappa cruciale nella costruzione dell’Aes, simboleggiando l’unità e la solidarietà tra Burkina Faso, Mali e Niger” si legge in una nota ufficiale della giunta militare al potere in Mali.
La bandiera dell’Aes è stata adottata dai tre governi militari lo scorso 22 febbraio. La decisione di affiancare ai colori nazionali anche quelli della nuova alleanza saheliana, secondo la giunta nigerina, “incarna le aspirazioni di milioni di abitanti del Sahel verso un futuro di dignità e prosperità condivisa”. A presiedere la cerimonia a Ouagadougou è stato il leader della giunta militare, Ibrahim Traoré, a Bamako è stato Assimi Goita e a Niamey Abdourahamane Tchani.
In tutte e tre le cerimonie di alzabandiera erano presenti, oltre alle giunte militari, i più alti funzionari governativi, diplomatici e il personale dele presidenze. Alle ore 20 di ieri la tv di Stato ha anche mandato in onda il discorso integrale che Traoré ha tenuto alla cerimonia, tenutasi al palazzo della Koulouba. Secondo Traoré, i membri dell’Aes continuano il loro cammino nonostante “le prese in giro” e “il ridicolo” di chi crede che l’unione di “tre Paesi poveri non porterà a nulla”. Nel suo discorso, parlando più ai cuori che alla politica, Traoré ha detto che “le difficoltà ci rendono forti. L’Aes è nata nel sangue e nel sudore e continuerà il suo cammino per la felicità dei popoli del Sahel”. Traoré, nel discorso, ha sottolineato la disponibilità del Burkina Faso e dell’Aes a consolidare “partenariati sinceri e rispettosi” e ha avvertito coloro che “vengono per sfruttare” questi Paesi o hanno una “partnership inappropriata e vengono per violare la nostra sovranità, la nostra indipendenza, devono capire che non siamo pronti ad accoglierli”.