I programmi “Zero emissioni” sono solo “l’ultimo tentativo di industrie inquinanti, e governi neoliberisti che li sostengono, di sfuggire alla responsabilità di agire contro il cambiamento climatico o per riparare danni che hanno imposto agli ecosistemi e alle comunità più vulnerabili”. Lo sostengono alcune organizzazioni della società civile nel mondo, tra cui la Corporate Accountability and Public Participation Africa (Cappa), che promuove una campagna di sensibilizzazione dell’opinione, mentre i leader mondiali sono riuniti a Glasgow per l’annuale conferenza sul clima.
Secondo la Cappa e numerose altre organizzazioni, “dopo aver indebolito l’Accordo di Parigi, governi e aziende inquinanti stanno seppellendo soluzioni reali che fermano le emissioni alla fonte a favore di promesse vuote mascherate da slogan accattivanti come zero emissioni”, sostiene l’ugandese Hellen Neima, direttrice della campagna per il clima per l’Africa. “Fortunatamente, questa grande truffa è stata smascherata per quello che è. I governi alla conferenza sul clima (Cop26), in particolare i governi del Nord, devono smettere di condannare il mondo e ascoltare le richieste delle persone impegnandosi per soluzioni reali e un vero zero ora”,
La società civile africana ha fatto una sfilza di raccomandazioni ai leader africani presenti alla Cop26 per sostenere l’Africa affinché tragga il massimo da questo incontro di Glasgow. Tra le raccomandazioni: mettere in discussione e rifiutare le promesse fatte da aziende e governi inquinanti; impegnarsi per ottenere riduzioni reali delle emissioni zero, abbracciando il concetto di equità (ogni Paese fa la sua giusta parte); respingere i tentativi dell’industria di far passare regole che sanciscono i meccanismi di mercato al centro dell’attuazione dell’accordo di Parigi, attraverso le linee guida degli articoli 6.2 e 6.4 dell’accordo di Parigi.
I governi della regione dovrebbero inoltre -secondo i promotori di questa tesi – elaborare piani reali per combattere il cambiamento climatico (adattamento e mitigazione) e tenerne conto nei loro contributi determinati a livello nazionale raggiungere risultati concreti promuovendo politiche per attuare soluzioni reali attraverso l’articolo 6.8 dell’Accordo di Parigi; sostenere con forza l’impegno dei Paesi industrializzati e ricchi a fornire adeguati finanziamenti per il clima per l’attuazione dei loro piani di adattamento e mitigazione; garantire che i contributi determinati a livello nazionale dei Paesi africani siano indipendenti da soluzioni fasulle e influenze aziendali, ma si adattino invece a soluzioni climatiche fattibili e locali per la mitigazione e l’adattamento.
La Cappa, che ha sede in Nigeria, lavora per promuovere i diritti umani, sfidare l’abuso aziendale delle nostre risorse naturali e costruire il potere della comunità per uno sviluppo inclusivo e una governance partecipativa. A giugno, assieme a decine di altre organizzazioni, tra cui Friends of the Earth International e The Global Forest Coalition, ha pubblicato un rapporto intitolato “The Big con”, il grande imbroglio.