A un anno di distanza dalla morte del giornalista e scrittore Raffale Masto, storica colonna della nostra rivista e voce di Radio Popolare, vi proponiamo ogni sabato e domenica mattina del mese di marzo i suoi articoli pubblicati su Africa. Un piccolo omaggio a un grande narratore dell’Africa. Questo elogio svela il suo amore insospettabile per uno degli animali più iconici della savana.
di Raffaele Masto
La giraffa è l’animale che mi è più caro.
Il suo aspetto suscita tenerezza,
apparentemente è debole, fragile, indifesa
in un ambiente macho come è la savana
tra leoni, jene, leopardi…
Apparentemente anche Madre Natura
non sembra essersi applicata molto quando l’ha pensata
priva di artigli, di denti acuminati, di zanne.
La giraffa non ha niente di offensivo
e non ha nemmeno una corsa formidabile
per sfuggire ai suoi assalitori.
Eppure nella evoluzione delle specie
che sono arrivate fino ad oggi
la giraffa è risultata vincente
e lo ha fatto con nonchalance,
come se avesse fatto la cosa più naturale del mondo.
Vederla è uno spettacolo.
Elegante, aggraziata, con lo sguardo buono,
specchio di un animo gentile e rispettoso.
Il suo lungo collo gli consente di brucare foglie e bacche
sui rami alti degli alberi, per lasciare cibo
agli altri erbivori della savana.
Molti animali in Africa sono inoffensivi,
ma tutti vivono in tane, si nascondono, escono solo di notte.
Lei no. Lei nella savana spicca, orgogliosa di esserci.
Calma, serena come se non temesse gli spietati predatori
Chi disegna gli animali della savana
non può fare a meno di ritrarla
a fianco di leoni ed elefanti.
La giraffa è una protagonista naturale
che non ha bisogno di apparire,
di rubare la scena.
Lei appare semplicemente perchè esiste.
Vi racconto una storia che non ho mai scritto,
ma che è depositata in fondo al mio animo
e alla quale ancora attingo, quando ne ho bisogno.
Kenya, primavera del 1994. Ero appena uscito dal Ruanda
sfuggendo fortunosamente ai massacri che sarebbero
passati alla storia come il genocidio dei tutsi.
Ero turbato, scosso, impaurito.
Mi sembrava che il mondo e gli umani
fossero in grado di esprimere solo crudeltà e violenze.
Stavo su una pietra, a prendere il sole
e non volevo più fare questo mestiere
(per raccontare che cosa?)
Sentii una presenza alle mie spalle, era una giraffa
un esemplare giovane che, dal suo punto di vista,
si era avvicinato troppo ad un pericoloso uomo.
Mi guardò, con gli occhi buoni,
scosse le orecchie
certamente studiò il mio odore,
decise che non gli avrei fatto del male
e prese a brucare le foglie di una acacia li vicino.
Poi se ne andò, sculettando, su quelle zampe lunghe
e apparentemente gracili.
Quella fiducia ebbe l’effetto di infondermene altrettanta,
come una trasfusione vitale
(Raffaele Masto)
Vi ricordiamo che Domenica 28 marzo tra le 18 e le 19.30 la Rivista Africa, in collaborazione con il comitato Amici di Raffa, organizza un evento online in ricordo del giornalista e scrittore. Interverranno amici e colleghi, per rivivere assieme i suoi reportage, illustrare il Premio Raffaele Masto (che invitiamo a sostenere attraverso la campagna di crowdfunding in corso) e presentare in anteprima il libro postumo L’Africa ritrovata (che sarà disponibile su Amazon da domenica 28 marzo). Un appuntamento imperdibile per tutti coloro che hanno amato Raffaele Masto e il suo modo di raccontare l’Africa. La partecipazione è gratuita fino a esaurimento dei posti disponibili, previa iscrizione tramite l’apposito modulo. Diretta sul canale Youtube di Africarivista.