Di Elisa Mariani – NuoveRadici.world
Luigi Christopher Veggetti Kanku, 42 anni, nato a Kinshasa e cresciuto in Brianza è pittore e scultore, il primo artista afroitaliano nei primi anni Duemila a muoversi a livello professionale nel mondo dell’arte. Il tour della mostra “Tricolore 2022” basata sulla sua produzione di arte digitale è partita a Venezia il 20 gennaio e si concluderà l’anno prossimo in Florida.
«La prima cosa ad avermi incuriosito degli NFT è il fatto che nello stesso momento io posso avere la stessa opera in più posti. Ed è così che l’avevo pensata Tricolore 2022: un’unica mostra in tanti luoghi diversi». Le tele di grandi dimensioni su cui Luigi Christopher Veggetti Kanku è abituato a lavorare di spatola e pennello per settimane fanno spazio a opere d’arte totalmente digitali. In questo caso, infatti, con l’acronimo NFT (Non-fungible token) l’artista definisce le proprie opere pubblicate su una rete blockchain come, appunto, token non sostituibili, che ne certificano la proprietà e autenticità. L’artista è come galvanizzato quando parla delle opere digitali che metterà in mostra nel 2022 e con cui girerà l’Italia e che poi, a partire dalla metà dell’anno, porterà all’estero, in Brasile, in California, in Sudafrica, per poi chiudere in Florida, al Florida State University Museum of Fine Arts (Mofa).
«Un aspetto che mi piace degli NFT è che sono democratici: non hai bisogno di uno studio o degli strumenti del mestiere: se hai un computer che regge i programmi – e quello lo hanno più o meno tutti – non ti serve altro. E per quello che avevo in mente, parlare di afrodiscendenza in termini simbolici ma immediatamente comprensibili, gli NFT erano il mezzo adatto».
Il Tricolore di Veggetti
«A Venezia – il tour di Tricolore 2022 partirà dalla Galleria Akka Project il 20 gennaio prossimo – si capirà meglio cosa intendo quando dico che il focus sarà sulle opere NFT, che verranno proiettate. Anche se nella sala accanto ci saranno alcune mie tele inedite diciamo tradizionali. Oltre al Salvini nero, per la prima volta esposto». Quanto alle opere digitali, Veggetti spiega che si tratta di non più di tre o quattro opere per volta, a partire da Maternità e da Teenager. Proprio dalla sua personale rilettura del capolavoro di Giovanni Segantini, spiega, è partito il progetto Tricolore 2022.
«Mentre guardavo l’opera alla Galleria d’Arte Moderna di Milano ho immaginato una madre africana con due bambini. Torno sull’importanza dello ius soli: se la donna fa ancora parte della generazione di mezzo perché emigrata, i suoi due bambini sono nati qui, il più piccolo è portato in una tradizionale fascia africana, ma la bambina va a scuola e indossa un grembiule. Anche se non ha ancora la cittadinanza, è sicuramente italiana».
«Come è sicuramente italiana», continua Veggetti, «l’adolescente che fa la linguaccia di Teenager. Lo è per la lingua che usa, appunto, il gusto e per il modo di atteggiarsi, che la identificano ancora prima di avere modo di parlare. È nera, è italiana e non a caso indossa un apparecchio ortodontico, con cui ho voluto sottolineare le possibilità economiche della sua famiglia. Che ci sono».
Le opere digitali di Veggetti in tour
A una settimana dall’inaugurazione Veggetti non vuole rivelare altro sui soggetti delle sue opere, che definisce i protagonisti del cambiamento, come l’influencer Khaby Lame, il cui ritratto sarà al centro dell’esposizione veneziana.
Dopo Venezia, le opere di Tricolore 2022 in febbraio saranno a Milano, esposte nell’ambito della quarta edizione dell’Anthropology Day, la due giorni di approfondimento sull’antropologia pubblica che si terrà all’università Bicocca.
Uno degli appuntamenti sarà a Bergamo, all’Istituto Leonardo Da Vinci. Disegnando l’itinerario dell’esposizione, questa volta Veggetti ha voluto comprendere anche le scuole, il primo luogo di formazione per la la nuova generazione nera e italiana
In primavera l’arte digitale di Veggetti sarà presentata a Reggio Emilia. Per poi trasferirsi all’estero. Prima tappa Salvador de Bahia. D’altra parte, spiega Veggetti, «L’arte digitale non pone né problemi di trasporto delle opere né di assicurazione. C’è chi dice che è un fenomeno momentaneo, ma secondo me è una possibilità che resterà nel tempo. Il pubblico deve solo accorgersene».