di Claudia Volonterio
Tra le creature africane più incomprese, secondo un recente approfondimento della Cnn, ancora più bistrattati dei dodo, ci sono gli avvoltoi, uccelli spazzini non ancora estinti, ma troppo spesso associati alla morte e alle malattie. Gli ambientalisti invece li acclamano per il loro fondamentale ruolo di “riciclatori della natura”. Oggi rischiano di scomparire, e la loro dipartita potrebbe portare delle conseguenze per l’ambiente. Un gruppo di ambientalisti è in prima linea per salvare questa specie incompresa.
Se si pensa agli avvoltoi, la prima immagine non è delle più rosee, anzi: malattie e persino la morte sono messe in relazione con questi uccelli spazzini, dalle alte capacità ecologiche e dalle caratteristiche uniche. Sono capaci di viaggiare a una grande velocità per centinaia di chilometri, portatori di una vista eccellente che fa intravedere loro delle carcasse fino a sei chilometri di distanza, riporta la Cnn. Sono soprannominati spazzini in quanto ripuliscono di fatto i resti di animali che altri animali non sono in grado di digerire: il loro stomaco è estremamente acido e ricco di enzimi non presenti in altre specie. Eppure, invece di essere protetto come alleato nella lotta contro le epidemie, l’avvoltoio gode di una pessima reputazione e si ritrova cacciato e diffamato in diverse parti dell’Africa e ora rischia di estinguersi.
Non tutti la pensano così. In Sudafrica un gruppo no-profit di conservazione riabilitazione chiamato VulPro sta lavorando per proteggere questi affascinanti uccelli. L’Africa sub-sahariana ospita ben quattro specie di avvoltoio in grave pericolo di estinzione.
Proprio il mese scorso, VulPro ha trasferito un mix di 160 avvoltoi del Capo e avvoltoi dal dorso bianco africano per 1.049 chilometri presso la Shamwari Private Game Reserve nel Capo Orientale. Questa operazione è stata fondamentale per salvare molti di loro e per tentare di aumentare il numero di avvoltoi in natura e di stabilire nuove popolazioni.
La specie di avvoltoio su cui sono concentrati i maggiori sforzi di conservazione, riporta Cnn, sono quelli dalla testa bianca, di cui secondo BirdLife International sono rimasti solo 3.685 adulti in tutto il continente e, in alcune zone del KwaZulu-Natal, l’avvoltoio dalla testa bianca è considerato già “estinto come specie riproduttiva” e dietro in gran parte c’è la mano dell’uomo.
L’avvoltoio africano è stato esposto negli ultimi anni a diverse minacce e il numero degli esemplari è nettamente diminuito. Di conseguenza il suo stato di conservazione è stato rivalutato da specie a rischio minimo a specie prossima alla minaccia, nella Lista Rossa IUCN del 2007. Nel 2012, con l’ulteriore calo della popolazione è stato ulteriormente classificato come specie in pericolo. Nell’ottobre 2015, la specie è stata dichiarata in pericolo critico, a causa del declino in corso più grave di quanto si pensasse in precedenza.