I relitti delle imbarcazioni su cui i migranti intraprendono il terribile viaggio sulle rotte del Mediterraneo, grazie al lavoro dei detenuti del carcere milanese di Opera, hanno oggi una nuova vita. Il legno delle barche è stato infatti utilizzato per creare violini, viole e violoncelli. Gli strumenti a corda sono stati suonati dall’Orchestra del Mare in una prima commovente esibizione qualche giorno fa al Teatro alla Scala di Milano.
I detenuti del più grande carcere di Milano stanno dando nuova vita alle barche su cui viaggiavano i migranti, utilizzando il legno per costruire violini, viole e violoncelli. Un legno che da solo è capace di raccontare le storie di sofferenza di chi si trova a dover compiere l’ultima attraversata per raggiungere le coste italiane di Lampedusa, affidando la loro vita alle barche fatiscenti dei trafficanti.
“Metamorphosis” è il nome del progetto che ha unito una concreta possibilità di riabilitazione per i detenuti con un omaggio alle migliaia di persone che perdono la vita cercando di raggiungere l’Europa. Questo progetto nasce da una domanda di Arnoldo Mosca Mondadori, presidente della Fondazione Spirit and Arts House: “Perché quelle persone, quei bambini, e non mio figlio erano su quella barca? Quando ho visto quei bambini scendere dalla barca a Lampedusa e ho saputo che quelle barche erano state distrutte dal governo come rifiuti speciali, ho pensato ‘perché non si possono diventano memoria viva e ricordano a tutti questo dramma che poteva essere anche mio, di mio figlio?” Perché se fossimo nati lì, sarebbe successo a noi.”
Gli strumenti sono stati utilizzati durante il debutto di lunedì sera dell'”Orchestra dei Mari” al Teatro alla Scala di Milano. Gli strumenti fatti con il legno delle barche rappresentano più di 22.800 migranti che, secondo le stime delle Nazioni Unite, hanno perso la vita sulla mortale rotta del Mediterraneo dal 2014.