Come preannunciato, senza sorprese, i deputati nigerini hanno dato il via libera al governo per la ridistribuzione delle forze militari straniere Barkhane (francese) e Takuba (europea) in Niger. Dopo una giornata di dibattito, nel fine settimana a Niamey, 131 deputati della maggioranza hanno approvato il testo di modifica della Dichiarazione di politica generale del governo (Dpg). Pochi giorni prima, un’alleanza dell’opposizione aveva denunciato una “manovra incostituzionale” volta a aggirare il Parlamento nella firma di accordi per la presenza di basi militari straniere in Niger.
Il governo aveva chiesto la fiducia dell’Assemblea nazionale per autorizzarla ad accogliere sul suolo nigerino le forze alleate nella lotta al terrorismo e a coinvolgerle in operazioni militari congiunte, ricorda il sito d’informazione locale ActuNiger. L’iniziativa è conseguenza della partenza delle forze Barkhane e Takuba dal Mali, dove si sono scontrate con un’opinione governativa e pubblica sempre più ostile, considerato lo scarso bilancio ottenuto nella lotta al terrorismo che sta continuando a dilagare.
I giornalisti di ActuNiger ritengono che i dibattiti in parlamento, durati la giornata intera, non sono stati di alta qualità come si aspettava l’opinione pubblica vista la delicatezza dell’argomento. “Nei loro interventi i deputati della maggioranza si sono limitati a ripetere le argomentazioni del governo già presentate all’inizio della sessione plenaria dal primo ministro Mahamadou Ouhoumoudou”, riferiscono. Quest’ultimo sostiene che “l’evoluzione della situazione della sicurezza richiede un impegno congiunto da parte del governo del nostro Paese e di altre nazioni per un’efficace lotta al terrorismo, nel quadro degli accordi di cooperazione bilaterale o multilaterale esistenti o futuri. Inoltre, il Niger ha sempre invocato una coalizione internazionale per combattere il terrorismo nel Sahel e la sostenibilità del finanziamento di questa lotta, dato il suo peso sui bilanci degli Stati del Sahel, che devono affrontare anche molte altre sfide”.
Dal canto loro, i parlamentari dell’opposizione hanno ripreso quanto già denunciato in un comunicato pubblicato alla vigilia del voto, respingendo “una manovra del governo che mira solo ad aggirare l’obbligo di comunicare ai deputati nazionali i testi relativi alla difesa e accordi di sicurezza, nell’ambito della regolarizzazione della ridistribuzione delle forze Barkhane e Takuba in Niger”. Per l’opposizione parlamentare, il governo avrebbe dovuto presentare una legge sui termini dell’accordo, come previsto dalla Costituzione in tali circostanze.
I quattro gruppi parlamentari della maggioranza hanno chiesto l’approvazione del testo, sottolineando che il Niger, circondato da focolai di insicurezza, ha bisogno del sostegno dei suoi partner nel quadro della lotta al terrorismo. I due gruppi di opposizione, dal canto loro, hanno sostenuto che questa “ginnastica di revisione del Dpg non ha valore legale” e hanno votato contro.
Il governo ha ora il via libera per firmare accordi volti ad ospitare basi straniere sul suolo nigerino oltre a quelle già presenti. Barkhane e Takuba potranno “riarticolarsi” in Niger, anche se allo stato attuale non sono ancora stati definiti i termini di tale ridistribuzione. Sembra che saranno istituite basi nell’area dei tre confini per continuare a combattere il terrorismo nel Sahel e contenere così l’espansione dei gruppi terroristici armati che potrebbero esercitare “pressione sul Niger dopo il ritiro di Barkhane e Takuba dal Mali”, secondo funzionari nigerini. Si suppone che altre basi verranno allestite anche un po’ più a sud, verso il confine Niger-Burkina Faso-Benin dove la minaccia terroristica si sta diffondendo. I termini precisi dell’accordo dovrebbero essere definiti entro giugno.