Migliaia di persone si sono riunite a Tunisi per celebrare il quinto anniversario della cacciata del padre-padrone del Paese, Zine El Abidine Ben Ali, costretto alla fuga sull’onda della rivoluzione della cosiddetta Primavera araba.
I tunisini si sono riuniti nel viale Habib Bourguiba, l’arteria principale della capitale, teatro di tante manifestazioni anche cinque anni fa.
“La cosa positiva è che abbiamo ottenuto la libertà di espressione. Non siamo abituati a un sistema democratico multipartitico ma stiamo imparando. La cosa negativa è che non sono ancora state prese decisioni rivoluzionarie che migliorino la vita della gente” dice Samia.
Ben Ali, alla guida della Tunisia per 23 anni, si è dimesso il 14 gennaio 2011 dopo l’ennesima manifestazione repressa nel sangue ed è fuggito in esilio in Arabia Saudita, dove ancora risiede. Nel Paese si sono svolte elezioni nel 2011 e nel 2014 ed è stata adottata una nuova costituzione lo scorso anno. Ma l’anniversario è oscurato da una situazione economica difficile: disoccupazione, povertà ed esclusione sociale. Oltre che da un clima di tensione, dopo i tanti attentati contro i luoghi turistici ma anche contro soldati e poliziotti, a causa dei quali è in vigore lo stato d’emergenza.
“Ovviamente è un momento simbolico che ricorda la cacciata di Ben Alì. Nessuno oggi può appropriarsi della rivoluzione, perchè la rivoluzione è di tutti i tunisini” spiega Amed.
“Siamo orgogliosi dell’eccezione tunisina, che ha abbagliato il mondo. La Tunisia ha rotto una volta per tutte con l’autoritarismo e la tirannia”, ha detto il Primo ministro Habib Essid per celebrare l’anniversario.
(15/01/2016 Fonte: Askanews)
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