In Benin: domenica 26 gli aventi diritto, circa 4,4 milioni di persone, saranno chiamati alle urne per eleggere 83 deputati, scegliendo tra i candidati di 20 diversi partiti. La posta in gioco però va oltre la composizione del prossimo parlamento.
Il voto arriva infatti a un anno circa dalla scadenza del secondo mandato presidenziale di Thomas Yayi Boni, accusato dagli avversari di voler cambiare le norme vigenti in modo da potersi ricandidare. “Bisogna impedire al presidente di avere una maggioranza che gli permetta di modificare la costituzione”, è stato ad esempio l’invito agli elettori di Adrien Houngbédji, presidente del Partito del rinnovamento democratico (Prd), principale forza d’opposizione.
Proprio l’immagine del capo di Stato in carica è stata inoltre usata da vari candidati al parlamento, e il presidente, scrive la testata “Le Matinal” in un articolo molto critico “non una volta si è alzato a sconfessarli”. Nelle liste del partito di maggioranza, l’Unione delle Forze Cauris per un Benin emergente, sono del resto candidati Chabi Yayi e Marcel de Souza, rispettivamente il figlio e il cognato di Thomas Yayi Boni, che ha convinto anche la moglie Chantal a presentarsi alle elezioni.
La presenza di parenti celebri non è però una prerogativa del solo schieramento presidenziale. La lista “Rinascimento del Benin” (RB), ad esempio, è guidata da Rosine Soglo, moglie di quel Nicephore Soglo che fu presidente dal 1991 al 1996. Anche il figlio di quest’ultimo, Lehady, è candidato per la stessa forza politica. Altro candidato dal nome importante è infine Modeste Tihounté Kérékou, il cui padre, Mathieu Kérékou, ha guidato il Benin per quasi 30 anni: prima dal 1972 al 1991 e poi dal 1996 al 2006.
(25/04/2015 Fonte: Misna)
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