Il Governo libico di Tripoli ha accusato l’inviato delle Nazioni Unite, Bernardino Leon, di conflitto di interessi. L’inviato Onu avrebbe infatti portato avanti una trattativa per un lavoro ben pagato ad Abu Dhabi durante il tentativo di disinnescare la crisi libica. In una lettera indirizzata al capo delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, il Presidente del Congresso generale, Nuri Busahmein, ha espresso la preoccupazione per il fatto che Leon ha ottenuto un incarico ad Abu Dhabi, Paese che sostiene apertamente l’amministrazione rivale di Tobruk. «Il mediatore, al quale viene affidata una missione delicata che richiede neutralità, ha dimostrato che è strettamente legato a uno Stato che è un attore principale nel conflitto libico – ha scritto Abusahmain -. La tempistica dell’annuncio della sua nomina, quando il popolo libico è costretto ad accettare e ad approvare le proposte di questo mediatore, è un oltraggio alla memoria dei martiri libici e ai loro sacrifici».
Dall’agosto 2014, la Libia ha due amministrazioni: un’alleanza, sostenuta da milizie islamiche, a Tripoli e una, più laica, a Tobruk. Il Paese nordafricano, ricco di petrolio, è piombato nel caos dopo la caduta di Muammar Gheddafi nel 2011.
Leon, che è spagnolo, è stato nominato nel 2014 e ha supervisionato i tentativi di riavvicinamento tra le fazioni rivali. Ha consegnato il suo ultimo rapporto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite giovedi, prima di andare ad Abu Dhabi per iniziare a lavorare come direttore dell’Accademia diplomatica degli Emirati Arabi. Gli Emirati Arabi Uniti sostengono il Governo di Tobruk che si oppone a quello di base a Tripoli. Abusahmain ha invitato le Nazioni Unite a chiarire le circostanze della nomina di Leon ad Abu Dhabi, avvertendo che questa nomina «mette in dubbio la credibilità di Leon […] così come della missione Onu in generale, minacciando di far deragliare il processo politico».
(05/11/2015 Fonte: Al Arabiya)