Per la prima volta nella storia della Biennale d’arte di Venezia ci sarà una donna africana alla direzione artistica: Koyo Kouoh, 57 anni, originaria di Douala, Camerun, è stata nominata Direttrice del Settore Arti Visive della prossima Biennale, con il prestigioso incarico di curare la 61esima Esposizione Internazionale d’Arte nel 2026.
Koyo Kouoh, 57 anni, è stata nominata Direttrice del Settore Arti Visive della prossima Biennale di Venezia, con il compito di curare la 61esima Esposizione Internazionale d’Arte nel 2026. Nata in Camerun, a Douala, nel 1967, Kouoh vive e lavora tra Città del Capo, Dakar e Basilea. Si tratta di una nomina importante e storica: Koyo Kouoh è la prima curatrice africana alla guida della Biennale Arte di Venezia. La notizia è arrivata dal Cda della Biennale riunitosi martedì per discutere la proposta avanzata dal Presidente Pietrangelo Buttafuoco. “Con lei qui a Venezia, la Biennale conferma quel che da oltre un secolo offre al mondo: essere la casa del futuro”, ha commentato il presidente.
“Una delle più eminenti curatrici e manager d’arte dell’Africa”: così il New York Times ha definito nel 2015 la neo Direttrice del Settore Arti Visive. La storia personale di Kouoh si intreccia tra il Camerun, dove è nata, e la Svizzera, dove è cresciuta e ha studiato Economia aziendale, prima di specializzarsi in Francia in Management culturale. Kouoh parla francese, tedesco, inglese e italiano. La sua carriera è in ascesa e negli anni ha ricoperto diversi ruoli di prestigio. Dal 2019 è Direttrice Esecutiva e Chief Curator dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (Zeitz MOCAA) a Città del Capo, in Sudafrica. Qui il suo lavoro curatoriale si è rivolto principalmente a esposizioni personali di artisti africani e della diaspora africana, tra cui Otobong Nkanga, Johannes Phokela, Senzeni Marasela, Abdoulaye Konaté, Tracey Rose e Mary Evans.
Kouoh è stata Direttrice Artistica e fondatrice di RAW Material Company, una residenza d’artista e un centro per l’arte, la conoscenza e la società a Dakar, Senegal. Ha fatto parte del team curatoriale di documenta 12 (2007) e documenta 13 (2012). Tra le mostre più significative spicca “Body Talk: Feminism, Sexuality and the Body in the Works of Six African Women Artists”, che si è tenuta a Bruxelles nel 2015.
“È un onore e un privilegio unici seguire le orme degli illustri predecessori nel ruolo di Direttore Artistico e creare una mostra che spero possa avere un significato per il mondo in cui viviamo attualmente e, cosa più importante, per il mondo che vogliamo costruire. Gli artisti sono i visionari e gli scienziati sociali che ci permettono di riflettere e proiettare in modi che solo questa professione consente” commenta Kouoh. Una direzione che segnerà senza dubbio un’altra fondamentale tappa nella storia della Biennale di Venezia, continuando a riconoscere nell’arte un potente motore per il cambiamento sociale e culturale, in grado di stimolare riflessioni e azioni verso un futuro più inclusivo e sostenibile”. Queste le parole di Kouoh non appena ricevuta la nomina.
La Biennale, un tempo vista come la più importante del mondo occidentale e focalizzata solo sull’Occidente, oggi si conferma sempre più aperta al panorama globale, riflettendo innovazioni da tutto il mondo.