“Nelle strade si spara ancora, a intervalli regolari, ma la popolazione si sta radunando per manifestare contro i golpisti”: lo riferiscono fonti della MISNA – lasciate anonime per garantirne la sicurezza – raggiunte a Ouagadougou subito dopo l’annuncio del colpo di stato compiuto alla televisione nazionale dal colonnello Mamadou Bamba della guardia presidenziale.
Bamba ha dichiarato la costituzione di un “Consiglio nazionale della democrazia” in sostituzione di quello che ha definito “il regime deviante della transizione”. A capo di questo organismo è stato nominato il generale Gilbert Diendéré: l’alto ufficiale negli scorsi anni era considerato uno strettissimo collaboratore di Blaise Compaoré, il capo di stato fuggito dal paese a ottobre 2014 dopo 27 anni al potere.
Annunciato anche lo scioglimento delle autorità provvisorie, i cui leader, il presidente della repubblica Michel Kafando e il premier Isaac Zida, sono stati presi prigionieri ieri pomeriggio dal Reggimento di sicurezza presidenziale (Rsp), l’ex guardia d’élite di Compaoré. Chiuse, infine, le frontiere e decretato un coprifuoco dalle 19 alle 6 di mattina. Ai golpisti si è però contrapposto il presidente del Consiglio nazionale di transizione, Moumina Cheriff Sy, proclamatosi a sua volta presidente ad interim in assenza del capo dello stato e del primo ministro. Sy aveva già nelle scorse ore invitato la popolazione a scendere in piazza contro i militari.
Un appello alla mobilitazione è arrivato anche dal movimento della società civile Balai Citoyen, già protagonista delle dimostrazioni anti Compaoré. “La popolazione si sta organizzando per manifestare, si sono già ritrovati in centro e in altri punti della città, c’è la possibilità che decidano di marciare sul palazzo presidenziale: in questo caso ci sarebbe il rischio di molte vittime”, nota ancora l’interlocutore della MISNA. All’ospedale centrale, continua “sono già arrivati otto feriti per arma da fuoco”. La mobilitazione, in ogni caso, sta incontrando delle difficoltà, perché, spiega la fonte “le comunicazioni sono state in gran parte tagliate: gli sms non funzionano, le radio sono quasi tutte disattivate”.
E mentre resta l’incognita sul ruolo dell’esercito (le cui unità sono distinte da quelle del Rsp ma peggio armate), anche dall’Unione europea – come già dalle Nazioni Unite – è arrivato un appello per la liberazione di Kafando e Zida, richiesta anche dal presidente francese François Hollande.
(17/09/2015 Fonte: Misna)
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