Il Ruanda sembra aver intrapreso una notevole espansione commerciale in Mozambico. Questo il risultato di un’indagine condotta dal Financial Times, dopo che la multinazionale francese TotalEnergies ha annunciato che una società di sicurezza sostenuta dal partito al governo in Ruanda è stata assunta per proteggere il suo gigantesco progetto di gas in Mozambico.
Isco Segurança, una joint venture tra la Isco Global Limited del Ruanda e un’azienda locale mozambicana, fornirà così servizi di vigilanza non armata presso il sito per lo sviluppo di gas naturale liquefatto (Gnl) nella provincia settentrionale di Cabo Delgado, tre anni dopo il dispiegamento di un contingente militare da parte di Kigali per sedare un’insurrezione islamista in Mozambico. Alcuni osservatori internazionali avevano già previsto negli scorsi anni che dopo il ruolo svolto dal loro esercito nel nord del Paese, TotalEnergies non avrebbe potuto negare ai ruandesi la loro fetta di torta nel megaprogetto da 20 miliardi di dollari, in cui il colosso francese detiene il 26,5% delle azioni.
Nonostante il pugno di ferro esercitato contro l’opposizione ruandese, Paul Kagame, che governa ininterrottamente il Ruanda dal 2000 – e sarà riconfermato presidente nei prossimi giorni dopo aver vinto la scorsa settimana oltre il 99% dei voti, secondo i risultati preliminari delle elezioni -, ha ricevuto elogi in molti circoli internazionali per aver raddrizzato l’economia di questo piccolo Paese centroafricano. Un piccolo Paese che ha inoltre sviluppato negli ultimi anni un ruolo sproporzionato nella regione centrorientale del continente, dispiegando soldati in altri Paesi africani, sia come parte di missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, sia nell’ambito di interventi da parte di organizzazioni regionali o di accordi bilaterali, come in Mozambico e in Repubblica Centrafricana.
In tal contesto, quest’ultimo Paese si è infatti trasformato in una terra di conquiste per il Ruanda, che, divenuto essenziale nella missione locale di mantenimento della pace dell’Onu (Minusca), non smette di espandere la propria presenza economica sul territorio del vicino, dove condivide con i russi lo sfruttamento delle risorse naturali, secondo le analisi dall’International Crisis Group (Icg). In base ai dati del ministero della Difesa ruandese, nel 2023 erano dispiegati in Centrafrica 2.100 soldati come forze di pace e altri 1.200 come parte di un accordo bilaterale per sostenere e addestrare le forze centrafricane. Inoltre, più di un centinaio di aziende ruandesi erano registrate nella sola capitale Bangui, contro appena una ventina nel 2019. Numeri che fanno emergere il dubbio che gli schieramenti militari siano utilizzati per promuovere gli interessi economici del Ruanda, alla stregua dell’allarme lanciata dall’Icg nel suo rapporto intitolato “Rwanda’s Growing Role in the Central African Republic”.
Nel caso del Mozambico, il Ruanda ha schierato oltre 3.000 soldati e agenti di polizia nella regione settentrionale, dopo che un attacco da parte di insorti legati allo Stato islamico nella città di Palma ha costretto TotalEnergies a dichiarare la forza maggiore e a sospendere nel 2021 quel che viene definito il più grande progetto industriale dell’Africa. Dopo pochi mesi, i soldati ruandesi, con il sostegno dell’esercito mozambicano, sono riusciti a rimettere parzialmente in sicurezza la provincia, beneficiando anche del finanziamento dall’Unione Europea (Ue) nell’ambito dello European Peace Facility, un meccanismo per “sostenere i partner nel campo della difesa al fine di prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale”, con l’obiettivo, come lo avrebbe specificato una nota dell’Ue pubblicata il 20 ottobre 2022, di “tutelare gli interessi politici, di sicurezza ed economici”in Mozambico. L’esercito ruandese ha così beneficiato di un aiuto di 20 milioni di euro, destinato in particolare al trasporto delle truppe e all’acquisto di attrezzature (tende, veicoli, generatori, ecc.), come riferisce un reportage dello scorso anno del quotidiano Le Monde, che si interroga sul possibile peso della Francia nel dispiegamento armato per difendere gli interessi di TotalEnergies a Cabo Delgado. Una domanda legittima se si considera, nonostante le ripetute accuse da Kagame alla Francia per il suo presunto ruolo nel genocidio ruandese del 1994 attraverso il suo sostegno all’allora governo guidato dagli Hutu, la visita effettuata a maggio del 2021 – ossia sei settimane prima che le prime truppe ruandesi fossero schierate in Mozambico – dal presidente Emmanuel Macron (la prima di un leader francese a Kigali in più di 10 anni) e la successiva approvazione di 500 milioni di euro di aiuti allo sviluppo.
Il quotidiano francese cita inoltre le ricerche di Aria, struttura no-profit dedicata alla ricerca su temi legati al clima e all’energia, che in merito alle nuove sfide geopolitiche legate alla scoperta di ingenti riserve di gas in Mozambico, analizza la cronologia degli incontri tra Kagame, il suo omologo mozambicano, Filipe Nyusi, e Patrick Pouyanné, amministratore delegato di TotalEnergies, nonostante, il Ruanda non possieda ad oggi né riserve di petrolio né di gas.
Oltre alla sicurezza, settori come quello minerario o quello edile stanno assistendo dal 2021 a un vero e proprio assalto delle aziende private. Società come Macefield Ventures, NPD Limited o Strofinare Mozambique sono già affermate e tutte affiliate alla potente holding Crystal Ventures, gruppo di investimento considerato il braccio finanziario del partito al potere a Kigali – Fronte patriottico ruandese (Rpf) – con un patrimonio valutato in 500 milioni di dollari e attivo nei settori dell’ingegneria, dell’edilizia e dei beni di consumo. Perfino Intersec Security Company, la società madre di Isco Global, la società assunta da TotalEnergies a Cabo Delgado, è una sussidiaria di Crystal Ventures. Interpellato dal Financial Times, il colosso francese ha certificato che Isco Segurança – di proprietà di Isco Global al 70% – è stata selezionata a seguito di una “rigorosa procedura di gara”, avendo presentato “l’offerta più competitiva”.
Inoltre, il progetto guidato da TotalEnergies sta collaborando con la società RadarScape che, secondo i registri aziendali del Mozambico, è anch’essa una sussidiaria indiretta della divisione internazionale di Crystal Ventures, Macefield Ventures. Alla fine del 2022, la società di costruzione si era aggiudicata un contratto da 800.000 dollari per ristrutturare un villaggio di reinsediamento rivolto ai cittadini sfrattati dalle proprie abitazioni per far posto al progetto Gnl nella penisola di Afungi. Secondo recenti informazioni confermate da TotalEnergies, nuovi contratti di Radarscape includono un accordo del 2024 per costruire a Cabo Delgado un impianto solare in partnership con un gruppo francese.
“Ci sono molte domande senza risposta sugli accordi tra Maputo e Kigali in relazione allo spiegamento di sicurezza ruandese a Cabo Delgado”, continua l’inchiesta del Financial Times, citando Piers Pigou, responsabile del programma per l’Africa meridionale presso l’Institute for Security Studies (Iss) di Johannesburg. “La totale mancanza di trasparenza alimenta continue speculazioni sui tipi di concessioni, contratti e ipoteche anticipati del flusso di reddito del Gnl che vengono assegnati agli interessi ruandesi”, sottolinea l’esperto. Intanto, pochi mesi fa, TotalEnergies ha condiviso la sua speranza di revocare lo stato di forza maggiore e di riavviare entro la fine dell’anno i lavori di costruzione e di esplorazione del gas naturale a Cabo Delgado, nonostante la persistenza di “questioni ingegneristiche” da risolvere.