Il capo dell’ufficio stampa della Sicurezza presso il ministero dell’Interno del governo designato dal Parlamento libico, Mohammad Abulmosha, ha annunciato il fermo di un cittadino eritreo che gestiva prigioni segrete per detenere migranti e sbarazzarsi dei loro corpi una volta morti a causa delle torture, indicando che il sospettato è stato arrestato mentre viaggiava verso il Sudan attraverso il confine libico a sud-est del Paese.
Abulmosha ha dichiarato sulla sua pagina Facebook che le forze della Sala operativa congiunta nella regione sud-orientale “hanno fermato una persona di nazionalità eritrea che si spacciava per libico e trafficava esseri umani mentre viaggiava verso il Sudan attraverso il confine libico”. Abulmosha, citato dal sito di informazione al-Wasat, ha dichiarato che il sospettato “ha confessato durante l’interrogatorio di gestire prigioni segrete e di catturare i rifugiati, torturarli e affamarli, e di gettare i loro corpi nel deserto”, confermando anche di aver “occultato i corpi di 5 persone decedute a causa della tortura o che si erano perse nel deserto”.
Il capo dell’ufficio stampa della Sicurezza ha confermato che “tutti i corpi sono stati ritrovati e trasferiti in ospedale per essere sottoposti agli esami del medico legale in conformità alle istruzioni del pubblico ministero”.