Il presidente della Repubblica Centrafricana, Michel Djotodia, e il premier, Nicolas Tiangaye, si sono dimessi. L’annuncio è stato dato da Ahmat Allami, segretario generale della Comunità economica degli Stati dell’Africa centrale. Leader dei ribelli, Djotodia ha preso il potere nel colpo di Stato del marzo 2013, quando con migliaia di soldati a lui fedeli ha marciato sulla capitale Bangui. In seguito è stato incaricato presidente, mentre il suo oppositore Tiangaye è diventato primo ministro. Tuttavia, nel Paese ha regnato l’anarchia e le comunità musulmana e cristiana si sono scontrate. Una milizia cristiana a dicembre ha tentato un nuovo golpe, dando il via a giorni di spargimento di sangue nelle strade di Bangui in cui sono morte oltre mille persone.
Allami ha dato l’annuncio dopo un summit in Ciad sulla crisi, cui hanno preso parte anche deputati centrafricani. Nelle strade di Bangui, gli abitanti hanno festeggiato per la possibilità che la sicurezza possa migliorare. “Finalmente siamo liberi, potremo tornare alle nostre case”, ha dichiarato Carine Gbegbe, che vive in un campo per sfollati alla periferia della capitale. Le pressioni per le dimissioni di Djotodia sono state forti e le sue dimissioni potrebbero placare le milizie armate che hanno usato la violenza per tentare di destituirlo. Tuttavia, il suo passo indietro potrebbe innescare un vuoto di potere ancora maggiore, in una terra segnata da colpi di stato e dittature. Il Paese resta nelle mani di un debole governo di transizione. Secondo la Costituzione, in consiglio di transizione guidato da Alexandre Ferdinand Nguendet ha tempo 15 giorni per scegliere un altro presidente ad interim con cui rimpiazzare Djotodia. – LaPresse/AP