Il governo del Benin ha presentato un progetto di legge che potrebbe permettere a molti afrodiscendenti in tutto il mondo di acquisire la cittadinanza beninese. A segnalarlo è Radio France Internationale, da cui si apprende che il disegno di legge è stato approvato nei giorni scorsi nel consiglio dei ministri e definisce le condizioni per ottenere tale status, sebbene i beneficiari non avrebbero il diritto di votare o lavorare nel settore pubblico.
L’iniziativa è infatti vista come un gesto simbolico di riconoscimento verso i discendenti di beninesi che furono vittime della tratta degli schiavi fino al XIX secolo, un periodo durante il quale il Benin fu tra i Paesi dell’Africa più colpiti da questo fenomeno. La città di Ouidah, sulla costa, era notoriamente un porto di imbarco per gli schiavi.
Il presidente del Benin, Patrice Talon, ha incentivato il turismo della memoria legato a questo passato oscuro e la nuova legge mira a rafforzare il legame tra gli afrodiscendenti e le loro origini africane.
Per essere idonei, gli interessati devono dimostrare di avere ascendenze africane subsahariane tramite documenti di stato civile, testimonianze autenticate o test del Dna.
Una volta stabilita l’idoneità, verrà rilasciato un passaporto beninese valido per tre anni, mentre la cittadinanza definitiva sarà concessa solo dopo un soggiorno obbligatorio nel Paese prima della scadenza del passaporto.
Iprogetto non solo mira a una valorizzazione culturale ma ha anche un chiaro interesse turistico. Recenti iniziative, come i “Vodun Days”, hanno già attirato numerosi afrodiscendenti, e il presidente Talon ha anche promosso la presenza beninese in contesti internazionali come la Martinica e Haiti.
La proposta legislativa sarà ora trasmessa all’Assemblea Nazionale per ulteriori discussioni e approvazioni. Nel frattempo, l’attenzione internazionale si concentra sulle implicazioni di questa legge, sia in termini di riconoscimento storico che di impatto socio-politico futuro.