Il copra sputatore, uno dei più temuti serpenti dell’Africa, da oggi fa meno paura. Un team internazionale di scienziati ha infatti scoperto che un comune farmaco anticoagulante può essere utilizzato anche come antidoto economico ed efficace, contro il suo veleno, potenzialmente mortale. Il farmaco in questione è l’eparina, comunemente prescritta per fluidificare il sangue di centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. I ricercatori guidati dal professor Greg Neely, dell’Università di Sydney, hanno dimostrato che il medicinale è in grado di neutralizzare le tossine presenti nel veleno di alcuni cobra, come il micidiale cobra sputatore del Mozambico (Naja mossambica).
Più di cinque milioni di persone ogni anno nel mondo vengono morse dai serpenti. Di queste, si stima che circa 2 milioni finiscano per essere avvelenate. I serpenti uccidono circa 138 mila persone all’anno (altrettante subiscano disabilità permanenti a causa dei loro morsi), soprattutto nelle aree rurali più povere dei paesi a basso e medio reddito dell’Africa e dell’Asia meridionale e sudorientale. I cobra sono responsabili della maggior parte dei morsi in alcune Paesi subsahariani e dell’India.
L’autore principale dello studio, il dottorando Tian Du, anch’egli dell’Università di Sydney, lo ha definito un grande passo avanti. “L’eparina è poco costosa, onnipresente ed è un medicinale essenziale inserito nell’elenco dell’Organizzazione Mondiale della Sanità”, ha spiegato. “La nostra scoperta potrebbe ridurre drasticamente le terribili ferite da necrosi causate dai morsi di cobra e potrebbe anche rallentare il veleno, il che potrebbe migliorare i tassi di sopravvivenza… Dopo il successo delle sperimentazioni sull’uomo, l’eparina potrebbe essere distribuito in tempi relativamente rapidi e diventare un farmaco economico, sicuro ed efficace per curare i morsi di cobra… Ci auguriamo che il nuovo antidoto che abbiamo scoperto possa contribuire alla lotta globale per ridurre i decessi e le lesioni causati dai morsi di serpente in alcune delle comunità più povere del mondo”.
Un altro scienziato, il professor Nicholas Casewell, a capo del Liverpool School of Tropical Medicine Centre for Snakebite Research and Interventions, ha affermato: “I morsi di serpente restano le malattie tropicali trascurate più letali, e colpiscono in modo schiacciante le comunità rurali dei paesi a basso e medio reddito. I nostri risultati sono entusiasmanti perché gli attuali antiveleni sono ampiamente inefficaci contro gli avvelenamenti locali gravi, che comportano un doloroso gonfiore progressivo, vesciche e/o necrosi dei tessuti attorno al sito del morso. Ciò può portare alla perdita della funzionalità degli arti, all’amputazione e a una disabilità permanente.”
Nel continente africano le vittime dei cobra sono soprattutto le donne, i bambini e i coltivatori che risiedono nelle comunità rurali più povere. Tuttavia la fobia nei confronti di questi rettili appare esagerata. “Colpa dell’ignoranza e dei pregiudizi diffusi”, fanno sapere gli scienziati. “E’ importante conoscerli meglio. Prestare la massima attenzione e non disturbarli“. I serpenti sono schivi, temono l’uomo e la maggior parte delle specie sono innocue (per fare un esempio, sono di gran lunga più pericolose le zanzare, che ogni anno provocano 830.000 morti accertate per malaria e altre infezioni parassitarie). I serpenti, inoltre, costituiscono un importante anello della catena ecologica per mantenere in salute l’ambiente, come già ben sapevano gli antichi Romani, che usavano tenere il biacco nelle proprie abitazioni per tenerle libere dai topi.