A oltre 200 giorni dall’inizio del conflitto, la guerra in Sudan sta mettendo seriamente a rischio la salute e il benessere dei 24 milioni di bambini sudanesi. E’ quanto denuncia l’Unicef, rimarcando che “il Sudan sta affrontando la più grande crisi di bambini sfollati al mondo, con un numero record di 3 milioni di bambini in fuga a causa di diffuse violenze”. Dall’inizio del conflitto, il 15 aprile scorso, si contano in Sudan oltre 4,4 milioni di persone sfollate interne e altre 1,2 milioni di persone fuggite nei Paesi vicini.
Nel brief “Bambini tra guerre ed emergenze dimenticate” diffuso in vista della Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza, il prossimo 20 novembre, l’agenzia Onu sottolinea inoltre che “le denunce di violenze sessuali legate al conflitto, compresi gli stupri, sono state dilaganti e, con l’intensificarsi dei combattimenti nelle ultime settimane, la preoccupazione reale è che le violazioni dei diritti dei bambini continuino ad aumentare”. Finora, si legge nel documento, “l’Unicef ha ricevuto denunce di oltre 3.100 violazioni gravi, tra cui l’uccisione e la mutilazione di bambini”.
In Sudan, ha aggiunto l’Unicef, circa 700.000 bambini colpiti da malnutrizione acuta grave rischiano di non ricevere le cure e 7,4 milioni di bambini non hanno accesso all’acqua potabile e sono a rischio di malattie trasmesse dall’acqua. Il Paese deve già far fronte a diversi focolai di malattie – colera, morbillo, dengue e malaria – mentre la guerra sta causando diverse interruzioni nel sistema sanitario.
Per quanto riguarda l’istruzione, l’Unicef denuncia un sistema “sull’orlo del collasso”, con “ben 19 milioni di bambini sudanesi che non possono tornare nelle aule scolastiche, il che fa di questa situazione una delle peggiori crisi dell’istruzione al mondo”.
“Nonostante le sfide – si legge nel documento – l’Unicef, insieme ai partner, ha raggiunto 5,7 milioni di persone con forniture sanitarie, 3,4 milioni di persone con acqua potabile sicura, 3,2 milioni di bambini con screening per la malnutrizione, di cui circa 201.500 hanno ricevuto cure salvavita, e oltre 529.500 bambini e persone che se ne prendono cura con consulti psicosociali, apprendimento e sostegno alla protezione attraverso 739 spazi sicuri”.