Tensioni intercomunitarie e legate al controllo delle risorse naturali nel Kasai, nel centro-sud della Repubblica Democratica del Congo, hanno provocato una nuova ondata di sfollati. In un mese, secondo l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Acnur/Unhcr), ben 24.000 civili sono stati costretti alla fuga.
Nel riferire testimonianze di profughi, l’Acnur deplora atti di torture, sfollati giunti con ferite, vittime di stupri e uccisioni.
Tra gli episodi di tensione sui quali l’agenzia delle Nazioni Unite accende i riflettori, c’è la situazione a Katende, dove «gli scontri fra due comunità per le risorse minerali e forestali si sono moltiplicati ad agosto». A Nteenda, un villaggio della provincia del Kasai centrale, sono invece all’opera milizie per tentare di sostituire un capo tradizionale. Un migliaio di abitanti sono dovuti scappare dalla violenza nei giorni scorsi.
Nel 2017 il Kasai era stato teatro di gravi violenze all’origine di 1,4 profughi di cui 35.000 rifugiati in Angola. L’anno scorso, molti di loro avevano fatto ritorno nella provincia, alcuni dei quali espulsi, altri volontariamente.