Il Congresso dei sindacati sudafricani (Cosatu) ha dichiarato che le organizzazioni di destra si sentono “incoraggiate” dall’attuale Governo di unità nazionale (Gnu). La controversia si concentra su due clausole del Basic Education Laws Amendment (Bela) Act, un disegno di legge che propone modifiche significative alle leggi sull’istruzione di base in Sudafrica firmato dal presidente Cyril Ramaphosa lo scorso settembre. La attuazione delle due clausole è stata sospesa per tre mesi per consentire un processo di consultazione con gruppi di pressione minoritari come AfriForum e Solidarity. Le clausole riguardano le politiche linguistiche e di ammissione nelle scuole, che i gruppi di destra sostengono potrebbe segnare la fine delle scuole afrikaans nel Paese.
Parlando al congresso del Partito comunista sudafricano, il primo vicepresidente del Cosatu, Mike Shingange, ha lanciato un monito a Ramaphosa, esortandolo a non cedere alle pressioni di questi gruppi. “Stavano già lottando contro l’Employment Equity Act, l’assicurazione sanitaria nazionale, il Bela Act e il salario minimo nazionale. Questa è una classe politica di destra che si sente rafforzata e porta le proprie battaglie nelle strade, al National Economic Development and Labour Council e nei tribunali. La sinistra deve rispondere per le rime”, ha dichiarato Shingange.
La sospensione delle clausole del Bela Act è parte di un dibattito più ampio sulle politiche educative in Sudafrica e sul ruolo delle lingue minoritarie. Ramaphosa aveva giustificato la decisione come necessaria per promuovere il dialogo tra le parti interessate. Tuttavia, il Cosatu e altre forze progressiste temono che il rinvio possa rafforzare la posizione dei gruppi di destra. Il dibattito sul Bela Act si inserisce in un contesto di crescenti tensioni politiche e sociali, con il Cosatu che valuta se continuare a sostenere l’Anc o il Sacp nelle elezioni municipali del 2026.