di Andrea Spinelli Barrile
Un’indagine del dall’Ufficio nazionale di statistica della Nigeria (NBS) rivela che la Nigeria ospita 1,13 milioni di sfollati interni, con lo stato di Borno più colpito (206.753 famiglie). La maggior parte vive in campi da oltre quattro anni, affrontando insicurezza, povertà e mancanza di servizi essenziali. Il 77% desidera tornare nei luoghi di origine, ma la sicurezza e l’assenza di un riparo sono ostacoli critici. Lo sfollamento, causato da Boko Haram, banditismo e conflitti, è una delle principali crisi umanitarie del Paese.
Secondo un’indagine condotta dall’Ufficio nazionale di statistica della Nigeria (Nbs), lo stato nigeriano di Borno è quello con il numero più alto di famiglie sfollate in tutto il grande Paese africano: l’indagine, pubblicata nei giorni scorsi, mostra che il Borno conta 206.753 famiglie sfollate, su un totale nazionale di 251.082. Secondo il rapporto la Nigeria ospita oggi 1.134.828 sfollati interni (Idp).
L’83,4% degli sfollati ha trascorso più di quattro anni in rifugi o campi, mentre il 12,4% è stato sfollato per due o tre anni: appena lo 0,2% ha vissuto un’esperienza di sfollamento di pochi giorni. Lo studio, che ha coperto sette stati della federazione nigeriana (Adamawa, Yobe, Borno, Sokoto, Katsina, Benue e Nasarawa) evidenzia le principali sfide affrontate dalle popolazioni sfollate: l’insicurezza, la mancanza di coesione sociale, gli scarsi mezzi di sussistenza e l’accesso inadeguato ai servizi essenziali sono quelle più critiche, anche perché queste persone sono sfollate a causa delle insurrezioni armate, del banditismo e degli scontri tra comunità e si trovano oggi in condizioni prive di un riparo adeguato, cibo, acqua e assistenza sanitaria. Una parte significativa della popolazione sfollata è disoccupata, e molti sono minorenni. Attualmente, ci sono 340 campi nei sette stati nigeriani al centro della ricerca: Adamawa ha registrato 25 campi che ospitano 3.284 famiglie e 19.227 individui. Borno, lo stato con i numeri più alti, ha 221 campi che ospitano 206.753 famiglie e 877.299 individui. Benue ha 34 campi con 32.421 famiglie e 187.513 individui, mentre Nasarawa, Sokoto, Yobe e Katsina hanno registrato cifre inferiori, con Katsina che ha segnalato solo cinque campi che ospitano 58 famiglie.
I minori di 18 anni costituiscono il 50,3% della popolazione sfollata, mentre gli adulti di 18 anni e oltre rappresentano il 49,7%. La distribuzione di genere è relativamente equilibrata, con i maschi che costituiscono il 50,5% e le femmine il 49,5%, mentre il livello di istruzione della popolazione sfollata è particolarmente basso. Infatti, il 63,4% non ha mai frequentato la scuola e solo lo 0,4% ha conseguito l’istruzione terziaria.
Il rapporto ha inoltre evidenziato che il 77,3% delle famiglie di sfollati interni ha espresso la volontà di tornare nei luoghi di residenza originari, sebbene le preoccupazioni per la sicurezza rimangano un deterrente significativo: circaa il 50% degli intervistati ha citato le condizioni di insicurezza come principale ostacolo al loro ritorno, mentre il 43,3% specifica di non avere più un posto in cui tornare. Benue ha avuto la percentuale più alta di sfollati interni disposti a tornare (90,4%), seguita da Borno (76,2%) e Yobe (35,2%). L’indagine del Nbs ha rilevato che il 40,6% delle famiglie che son sfollate in campi in zone rurali lamenta di aver subito discriminazioni da parte delle comunità ospitanti o dei lavoratori dei campi, una percentuale molto più grande rispetto al 28,8% registrata nei campi in aree urbane: la mancanza di vestiti emerge come un problema critico, con il 97,3% delle famiglie rurali e il 62,6% delle famiglie urbane che hanno segnalato problemi di accesso al vestiario.
Il rapporto evidenzia che lo sfollamento interno costituisce una delle sfide umanitarie più critiche della Nigeria ed ha individuato molteplici fattori che hanno contribuito all’attuale situazione: tra questi c’è’ l’insurrezione di Boko Haram, il fenomeno del banditismo e dei rapimenti a scopo estorsivo, i conflitti armati e gli scontri tra comunità in varie parti del Paese.