di Andrea Spinelli Barrile
La crisi economica che la Nigeria sta attraversando si ripercuote, con il più classico degli effetti farfalla, non solo all’interno del Paese ma anche sulle vite dei nigeriani che vivono momentaneamente all’estero e della diaspora: alcuni studenti nigeriani sono stati espulsi dai corsi universitari e costretti a lasciare il Regno Unito dopo che la crisi valutaria li ha messi in difficoltà nel pagamento delle tasse universitarie, per via del continuo, rapido e consistente, deprezzamento della naira, la valuta nigeriana.
Alcuni studenti nigeriani frequentanti l’Università di Teesside, riferisce la Bbc, sono stati bloccati dall’accesso ai corsi e denunciati al ministero degli Interni britannico per problematiche di visto dopo che il valore della naira nigeriana è crollato, negli ultimi mesi, spazzando via i loro risparmi. Molti di loro sostengono che la posizione dell’Università stessa sia “senza cuore”: un portavoce dell’Università ha infatti spiegato che il pagamento delle rette universitarie costituisce uno dei principali requisiti, necessari all’ottenimento o alla proroga del visto per studio, e che l’ateneo “non ha altra scelta” che segnalare i casi al ministero degli Interni.
Alcuni studenti sarebbero addirittura stati contattati dall’agenzia di recupero crediti interna all’Università, altri erano prossimi alla laurea quando si sono visti notificare l’espulsione dai corsi e la denuncia al ministero e alcuni di questi, nonostante siano riusciti a saldare il debito, si sono sentiti dire che non c’era la possibilità di reiscriversi e che avrebbero comunque dovuto lasciare il Regno Unito. Non è previsto un diritto di ricorso in appello: in diverse lettere inviate a questi studenti, il ministero degli Interni britannico ha spiegato loro che l’aver abbandonato il corso di studi, anche se formalmente sono stati cacciati, annullava il loro permesso di soggiorno senza alcun “diritto di controllo o di ricorso amministrativo contro la decisione”. Sono diversi gli studenti che sono riusciti a saldare il loro debito ma, nonostante questo e nonostante spesso ci siano in ballo curriculum scolastici d’eccellenza, sembra che questo non basti in alcun modo per far rivedere la decisione al ministero.
La crisi economica in corso in Nigeria sta avendo un impatto significativo dentro e fuori dal Paese: il tasso di inflazione annuale è ora quasi al 34%, in parte guidato dalla riduzione dei sussidi per il carburante voluto dal presidente Bola Tinubu lo scorso anno, che ha fatto lievitare i prezzi della benzina e del diesel e che si è insinuata nel costo di altri beni. Il governo ha inoltre smesso di sostenere il valore della naira sul mercato valutario, che negli ultimi 12 mesi si è svalutato di oltre il 200% rispetto al dollaro.
“L’Università di Teesside” ha detto un portavoce alla Bbc, “è orgogliosa di essere un’istituzione globale con una popolazione studentesca diversificata, ma è anche molto consapevole dei propri obblighi in materia di rilascio e conformità dei visti. Queste rigide normative esterne garantiscono che l’università sostenga pienamente un solido sistema di immigrazione e sia fuori dal controllo dell’università”, che ha offerto piani di rientro personalizzati agli studenti, anche se a quanto pare non a tutti, ma che insiste nel non potere far nulla per la sponsorizzazione e il visto. E qui la legge inglese diventa torbida: il ministero infatti sostiene che la decisione di offrire o ritirare la sponsorizzazione del visto spetta all’istituzione sponsorizzante, quindi all’Università, che tuttavia non sembra intenzionata a voler ammorbidire la propria posizione sul reintegro degli studenti, nemmeno di quelli che hanno saldato il loro debito.