Il National Institute for Human Rights in Libya (Nihrl), un’organizzazione libica per i diritti umani, ha condannato i recenti scontri armati nella città di Zawiya, definendoli un fallimento del governo del primo ministro Abdul Hamdi Dbeibah. In una dichiarazione pubblicata su Facebook, l’ong ha detto che il ripresentarsi di violenza e scontri tra gruppi armati e milizie “legittimate dal governo di unità nazionale rappresenta un significativo fallimento del ministero dell’Interno”. La dichiarazione, diffusa sabato, ha inoltre sottolineato l’urgente necessità di ristrutturare e riformare il settore della sicurezza smantellando formazioni armate “indisciplinate e illegali”. Il Nihrl ha esortato il Consiglio presidenziale e il governo ad avviare un’indagine approfondita e completa sulle cause della violenza e degli scontri, garantendo che sia fatta giustizia e che i responsabili siano puniti. L’organizzazione ha chiesto alla comunità internazionale di adempiere ai propri doveri legali e umanitari aggiungendo i nomi dei signori della guerra e dei loro aiutanti all’elenco delle sanzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Violenti scontri sono scoppiati nelle prime ore di sabato tra gruppi armati nella città di Zawiya, a ovest di Tripoli, provocando la sospensione delle lezioni e causando terrore tra i residenti. Fonti locali hanno riferito che gli scontri sono avvenuti tra quella che è conosciuta come la Prima forza di supporto, guidata da Mohammed Bahroun, fedele al governo di unità nazionale di Abdul Hamid Dbeibah, e l’Apparato di supporto alla stabilizzazione a Zawiya, guidato da Hassan Abu Zeriba, fratello del ministro dell’Interno del governo designato dal Parlamento. Le fonti hanno confermato che la causa degli scontri è stata l’arresto, da parte dell’Apparato di supporto alla stabilizzazione, di membri della Prima forza di supporto. In città sono stati segnalati esplosioni, colpi di arma da fuoco e lancio di granate, che hanno causato anche vittime civili a causa della caduta di proiettili vaganti su quartieri residenziali. Le unità di sicurezza a Zawiya hanno trovato cinque corpi all’interno di un’auto vicino all’edificio dell’Ufficio postale di Harsha. Uno di loro era ammanettato, mentre un altro apparteneva a una donna, con segni di colpi di arma da fuoco. Le cause dell’incidente e i responsabili non sono ancora stati chiariti, secondo le fonti locali. I corpi sono stati trasferiti all’Ospedale universitario di Zawiya per identificarne le identità.
Nella stessa giornata di sabato le milizie avrebbero poi raggiunto un accordo, annunciato dalla Mezzaluna rossa libica, che ha inoltre fatto sapere di aver evacuato una ventina di famiglie intrappolate dai combattimenti in corso nella città. Gli scontri, ha scritto il sito d’informazione Libya al-Ahrar, sono scoppiati poche ore dopo le proteste davanti alla direzione della Sicurezza della città “contro il deterioramento della situazione della sicurezza e l’aumento degli omicidi, la debolezza dei servizi di sicurezza ufficiali e l’assenza di qualsiasi ruolo del governo”.