Il crollo della diga di Arbaat, nel Sudan orientale, ha provocato gravi inondazioni che hanno causato la morte di 60 persone e centinaia di persone disperse. Lo ha riferito Omer Issa Tahir, responsabile della Water Corporation dello Stato del Mar Rosso, che ha aggiunto che, collassando, la diga ha devastato i villaggi vicino a Port Sudan, la capitale dello Stato. Ha sottolineato l’urgente necessità di interventi nella zona della diga e nei villaggi circostanti, evidenziando rischi quali morsi di scorpioni e serpenti per coloro che si inerpicano sulle montagne per fuggire all’acqua.
“La priorità è evacuare le persone rimaste intrappolate dall’alluvione”, ha affermato Tahir, aggiungendo che le squadre di soccorso stanno attualmente lavorando per raggiungerle. I media locali hanno affermato che il crollo della diga, causato dalle forti piogge, ha provocato intense inondazioni piene di limo, distruggendo i villaggi vicini e rendendo difficili le operazioni di soccorso.
La diga, situata circa 20 chilometri a nord di Port Sudan, aveva un bacino con una capacità di 25 milioni di metri cubi e costituiva una delle principali fonti d’acqua per la città.
L’Onu segnala che forti piogge e inondazioni hanno colpito circa 317.000 persone nel Paese già devastato dalla guerra da giugno. La Sudanese Meteorological Authority prevede che le piogge e le inondazioni continueranno fino a metà settembre.
(immagine simbolica)