Il presidente della Guinea Bissau Umaro Sissoco Embaló è stato accolto ieri al palazzo dell’Eliseo per discutere delle relazioni bilaterali e delle sfide regionali tra Bissau e Parigi, in un contesto di crescenti tensioni legate al calendario elettorale del suo Paese.
A pochi giorni dal suo soggiorno in Russia e nel bel mezzo di una profonda crisi politica in Guinea Bissau, che preoccupa molto la comunità internazionale, due giorni dopo la controversa espulsione della missione internazionale della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Ecowas), Embalò ha incontrato il suo omologo francese Emmanuel Macron. Nel corso di questo incontro, i due capi di Stato hanno fatto il punto sulle relazioni bilaterali che “hanno raggiunto un alto livello di eccellenza” secondo un comunicato del leader della Guinea Bissau. “Abbiamo analizzato le relazioni bilaterali, scambiato opinioni sulle sfide della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale e condiviso la nostra visione di pace in Ucraina” si legge.
Quello che non viene menzionato nei comunicati ufficiali, sia in quello della presidenza di Bissau che della presidenza francese, è la situazione esplosiva nel Paese africano per quanto riguarda il calendario elettorale: secondo una dichiarazione dell’ambasciatore Bagudu Hirse, capo della missione congiunta Ecowas-Unowas che era a Bissau fino a poche ore fa, la delegazione internazionale è stata costretta a lasciare frettolosamente il territorio della Guinea Bissau “all’alba dell’1 marzo, in seguito alle minacce di espulsione del presidente”. Questa espulsione è avvenuta nonostante, secondo il comunicato stampa di Ecowas, “la missione avesse elaborato una bozza di accordo sul calendario per l’organizzazione delle elezioni legislative e presidenziali del 2025” e avesse iniziato a presentarla ai diversi attori politici.
La tensione politica ruota intorno alla data di scadenza del mandato presidenziale. Il 23 febbraio, alla presenza di tutta la missione internazionale, il presidente Embaló ha fissato unilateralmente le elezioni presidenziali per il 30 novembre spiegando di avere intenzione di rimanere al potere fino all’insediamento del suo successore. Questa posizione contraddice, secondo Ecowas e l’opposizione, la Costituzione e il diritto della Guinea Bissau. La Corte suprema del Paese ha invece fissato la fine del suo mandato al 4 settembre.
Il presidente della disciolta assemblea nazionale della Guinea Bissau, e leader della coalizione di opposizione Pai-Terra Ranka, Domingos Simões Pereira, ha contestato la fine del mandato presidenziale e lo scioglimento del parlamento, chiedendo l’apertura di un dialogo nazionale inclusivo per far uscire il Paese dalla crisi politica
In un’intervista ieri all’agenzia spagnola Apa, Pereira ha parlato di una situazione che potrebbe “sfuggire di mano in qualsiasi momento”. L’annuncio di elezioni presidenziali e legislative a novembre, è stato definito dal leader del Pai “incoerente su tutti i fronti”, ragion per cui ne contesta la legittimità costituzionale. Di fronte a questa situazione, Pereira ha chiesto l’istituzione di una “piattaforma più ampia di dialogo interno” che riunisca tutti i partiti politici e la società civile. La Commissione permanente dell’Assemblea nazionale, ha detto Pereira, deciderà nella sua prossima riunione in merito a un’eventuale richiesta di intervento da parte dell’Unione Africana e di Ecowas.