Oggi vi presentiamo il film “MKL/FBI” di Sam Pollard, recentemente proiettato all’interno della trentesima edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, che quest’anno si è svolta interamente online. Per chi se lo fosse perso, il documentario candidato all’Oscar sarà distribuito appena possibile nelle sale italiane.
di Annamaria Gallone
Una buona notizia è che 5 film del recente Fescaaal, (Festival del Cinema Africano, d’Asia e America latina) di Milano saranno distribuiti nelle sale italiane e quindi non passeranno come meteore, cosa che purtroppo ancora avviene nella maggioranza dei casi.
Su alcuni ho già avuto modo di soffermarmi, oggi invece vorrei parlarvi di un film presentato nella sezione Flash, una prima italiana, che sarà distribuito da Wanted.
Si tratta di MLK/FBI di Sam Pollard, afroamericano, regista, montatore, produttore e sceneggiatore. I suoi film hanno ottenuto numerosi premi come Peabodys, Emmy e una nomination all’Oscar. Nel 2020, l’ International Documentary Association gli ha conferito un premio alla carriera. Anche questo film è nella short list degli Oscar 2021
MLK sta per Martin Luther King: su questo personaggio sono stati girati numerosi film, ma questa volta la prospettiva è completamente diversa poiché il film, che si basa su file recentemente declassificati, rivela la sorveglianza e le vessazioni di J. Edgar Hoover e dell’FBI nei confronti del leader del movimento per i diritti civili. Negli anni ’50 e ’60, quando i neri iniziarono a mobilitarsi per combattere la discriminazione razziale, Hoover vide il movimento come un complotto comunista e cercò di screditare il carisma di King attraverso intercettazioni e ricatti, in quella che l’ex direttore dell’FBI James Comey definisce “la parte più oscura della storia del Bureau”. In questo clima venne naturale prendere di mira anche il Pastore nero, pacifista e non violento, che poteva vantare un numero sempre più imponente di seguaci fino alla grande manifestazione del 28 agosto 1963 sul National Mall di Washington.
L’attività di controspionaggio fu portata avanti con microspie, telefoni controllati, agenti infiltrati nell’ufficio del Dr. King e missive anonime con il solo obiettivo di screditare la figura pubblica e la moralità del più grande leader per i diritti civili, aggrappandosi alle sue infedeltà coniugali.
Quando nel 2027 il contenuto di quei nastri sarà completamente svelato, cosa cambierà nella visione oramai storicizzata di quello che da sempre è stato considerato un eroe dei diritti umani? È la domanda che l’autore pone agli intervistati in chiusura del film ed è allora che ne possiamo vederne i volti dopo che ne avevamo sentite solo le voci fuori campo che, nel commentare indirettamente le immagini, restituiscono il senso di un clima politico generalmente ostile nei confronti di chiunque lottasse per far valere diritti civili fondamentali.
Riusciranno quei file a denigrare la figura mitica del dr. King o non arriveranno a demolire il mito?
Vi consiglio caldamente di vedere il film, che, tra l’altro, ha vinto il Premio della Giuria come Miglior Documentario (Santa Fe Independent Film Festival 2020), Premio come Miglior Documentario (San Diego International Film Festival 2020), Premio come Miglior Documentario d’Archivio (Critics’ Choice Documentary Awards 2020), Pioneer Award (Black Film Critics Circle Awards 2021).
(Annamaria Gallone)