Oggi, giornata mondiale del sangue, è l’occasione per fare luce su un problema irrisolto che rischia di compromettere la salute delle persone: la carenza di scorte ematiche. In Nigeria, più dell’ottanta per cento della mortalità materna è causata da complicanze emorragiche dovute alla mancanza di sangue. Nel Paese però, come in molte altre nazioni africane, la cultura della donazione è ancora scarsa
In Nigeria, l’80-90 per cento della mortalità materna è il risultato di complicanze emorragiche dovute alla carenza di sangue. Questo dato, riportato da Sulaiman Akanmu, professore di ematologia e medicina trasfusionale presso il College of Medicine dell’Università di Lagos, evidenzia tutta la necessità di potenziare l’organizzazione per la raccolta e la distribuzione di sangue nelle strutture sanitarie.
La Nigeria, come molte altre nazioni africane e alcuni altri paesi in via di sviluppo a livello globale, sconta una scarsa cultura della donazione del sangue, una tendenza che è andata a peggiorare durante la pandemia.
A causa in gran parte delle conseguenze di una cattiva formulazione e attuazione delle politiche, la mancanza di un quadro legislativo abilitante e le difficoltà di finanziamento, la raccolta, la distribuzione e l’uso di sangue sicuro rappresentano una grande sfida per le agenzie governative e gli attori non statali. Con una popolazione di circa 200 milioni di abitanti, secondo l’Oms, la Nigeria avrebbe bisogno di una media di 1,8 milioni di litri di sangue all’anno per mantenere la salute della sua gente sana e salva.
Ma l’agenzia del paese incaricata della donazione del sangue, il Servizio nazionale trasfusionale della Nigeria (Nbts), afferma di doversi misurare con un deficit del 73,3 per cento.
Secondo la responsabile del dipartimento di pianificazione, ricerca e statistica dell’Nbts, Adaeze Oreh, solo circa 25.000 unità di sangue provenienti esclusivamente da donatori di sangue volontari non retribuiti sono state selezionate, raccolte e distribuite nel 2019 e nel 2020.
Oreh ha affermato che i recenti dati disponibili mostrano che solo l’otto per cento dei nigeriani dona sangue gratuitamente e circa l’80 di quelli che lo fanno scelgono di agire in circostanze specifiche, ovvero per aiutare parenti che ne hanno bisogno.
“Dai dati a disposizione di Nbts, risulta che circa l’80% delle donazioni proviene da membri della famiglia”, ha detto Oreh in un’intervista rilasciata alla testata Premium Times.
Con un’offerta di sangue notevolmente inadeguata per soddisfare le esigenze cliniche, molti ospedali e pazienti nigeriani dipendono quindi da persone che cedono il sangue in cambio di denaro.
Sebbene Nbts affermi che solo il 14% circa dei nigeriani doni sangue per guadagno monetario, Oreh ha affermato che molte famiglie negoziano direttamente con donatori pagati che vengono loro indirizzati da amici e familiari.
In Africa, la Nigeria ha uno dei tassi di donazione più bassi da parte di donatori di sangue volontari non retribuiti, ampiamente riconosciuta come la fonte più sicura di sangue e prodotti sanguigni per i pazienti. Oreh ha citato “vari studi di ricerca che hanno stabilito che i donatori commerciali hanno maggiori probabilità di vivere stili di vita ad alto rischio e hanno un carico maggiore di infezioni trasmissibili per trasfusione”.
Le persone che cedono il sangue a pagamento spesso sono inoltre poco affidabili dal punto di vista anche della loro salute, perché il bisogno di denaro le spinge a trascurare norme di cautela e controlli.
Gli esperti hanno affermato che la cultura poco invitante della donazione di sangue della Nigeria non può essere dissociata dal povero sistema trasfusionale del paese e dalla mancanza di un quadro giuridico.
In virtù della National Blood Policy del 2006, il servizio Nbts ha il compito di sviluppare un sistema di mobilitazione e motivazione dei donatori di sangue basato su una donazione di sangue volontaria e non retribuita e deve impegnarsi a standardizzare i suoi metodi di raccolta, trasporto, lavorazione, analisi, conservazione e distribuzione.
Il mandato dell’agenzia, basato sulle disposizioni del National Health Act del 2014, è quello di coordinare, regolamentare e garantire la fornitura di sangue e prodotti sanguigni sicuri e di qualità a “tutti coloro che potrebbero averne bisogno in Nigeria”.
Tuttavia, per garantire che questo mandato venga raggiunto, l’agenzia ha affermato che deve affrontare “un compito erculeo”. Il problema non è solo avere sangue sufficiente, ma garantire qualità e sicurezza. L’agenzia ha affermato di dover affrontare gravi carenze di finanziamento, che hanno ostacolato anche i suoi programmi di sensibilizzazione.