Fratelli Musulmani: ”La polizia ha sparato sulla folla”. Le autorità: ”Solo gas lacrimogeni”. Arrestati 53 attivisti islamici con armi e bombe Molotov. Il ministro dell’Interno: ”Il presidente deposto potrebbe essere trasferito nel carcere di Tora”. Medici stranieri all’Adnkronos: ”Manca il sangue per le cure”. Al Cairo in migliaia in piazza Tahrir per il sostegno ai militari che hanno rimosso l’ex presidente.
Egitto nel caos. E sul numero delle vittime ci sono bilanci contrastanti dopo gli scontri. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa ‘Xinhua’, che cita fonti mediche e dei Fratelli Musulmani, sono almeno 139 le persone rimaste uccise nelle ultime ore e i feriti oltre 5.200. Il bilancio fornito dai media ufficiali egiziani parla invece di 75 morti e oltre mille feriti. Di 46 vittime parla invece l’ultimo bilancio fornito dal ministero egiziano della Salute.
La maggior parte delle vittime, stando ai Fratelli Musulmani, è stata raggiunta da colpi d’arma da fuoco. In un comunicato viene citato Hisham Ibrahim, direttore dell’ospedale da campo allestito vicino alla moschea di al-Adaweya, secondo il quale molte delle vittime presentano ferite alla testa, al collo e al torace.
Gli scontri più sanguinosi si sono registrati nel quartiere del Cairo di Nasr City, roccaforte dei sostenitori di Morsi. I Fratelli Musulmani accusano la polizia di aver attaccato, sparando gas lacrimogeni e pallottole vere, un sit-in che bloccava il Ponte 6 ottobre sul Nilo, nel centro del Cairo, nel tentativo di disperdere la folla.
Da parte sua la polizia ha fatto sapere di avere arrestato 53 attivisti dei Fratelli Musulmani che avevano, a quanto riporta la Mena, armi, bombe Molotov e altri ordigni.
Il capo della polizia egiziana ha poi negato che gli agenti abbiano utilizzato proiettili veri per disperdere i manifestanti. Lo riferisce la tv satellitare ‘al-Arabiya’, secondo cui il ministero egiziano dell’Interno ha ammesso l’uso di lacrimogeni. Hany Abdel Latif, portavoce della polizia egiziana, ha quindi accusato i sostenitori dei Fratelli Musulmani di aver innescato le sanguinose violenze delle ultime ore.
Le autorità egiziane intendono intervenire ”presto” per sgomberare la piazza dei sostenitori del presidente deposto Mohamed Morsi. Lo ha reso noto il ministro egiziano dell’Interno, Mohamed Ibrahim, durante una conferenza stampa nel corso della quale ha sostenuto che le forze di sicurezza agiranno ”nel rispetto della legge” per disperdere le manifestazioni ”al più presto”.
Inoltre il ministro egiziano dell’Interno ha confermato che Morsi potrebbe essere trasferito nel carcere di Tora, alla periferia del Cairo. Nella prigione è detenuto l’ex presidente Hosni Mubarak insieme ai figli Gamal e Alaa.
La situazione resta drammatica. In Egitto “manca il sangue necessario a prestare assistenza alle centinaia di feriti, così come medici anestesisti, ortopedici, chirurghi e pediatri in grado di assicurare cure specialistiche”. A riferirlo all’Adnkronos Salute è il presidente dell’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e della Comunità del mondo arabo in Italia (Comai), Foad Aodi, “in contatto con i medici egiziani” in queste ore di scontri al Cairo e in altre città.
Secondo le fonti di Aodi “i morti sarebbero almeno 90 e i feriti 1.200, inclusi molti bambini. Alcuni spazi sono stati trasformati in ospedali d’emergenza, come quelli di cinque moschee. Ma manca il personale sanitario (medici ma anche infermieri) che possa assistere le centinaia di persone con ferite gravi, contusioni, traumi cranici e fratture ossee, in particolare dei polsi. Io mi appello al Governo italiano, al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e al ministro degli Esteri Emma Bonino, grande conoscitrice del mondo arabo, perché invii aiuti umanitari e sanitari all’Egitto. L’Italia non perda l’occasione di dimostrare al mondo arabo che gli è vicina”, conclude il presidente Amsi. – Adnkronos\Xinoua