Urne aperte oggi in Tunisia dove quasi 9 milioni di elettori dovrebbero votare per il primo turno delle elezioni legislative per eleggere un nuovo Parlamento di 161 membri con poteri molto limitati. Le elezioni parlamentari tunisine sono iniziate già giovedì per i cittadini tunisini residenti all’estero iscritti nelle circoscrizioni di Francia e Italia che possono votare anche oggi dalle 8:00 alle 18:00, ha ricordato l’Alta Autorità indipendente per le elezioni (Isie).
Si tratta della prima elezione legislativa da quando il presidente Kaïs Saïed è salito al potere il 25 luglio 2021. Da allora, il processo politico guidato dal presidente, che monopolizza il potere, è stato criticato dalla società civile e dai partiti di opposizione.
La campagna elettorale che si è conclusa il 15 dicembre ha suscitato poco entusiasmo in una popolazione molto preoccupata per i problemi economici del Paese e per il costo quotidiano della vita. Mentre l’Autorità elettorale ha bombardato gli elettori con messaggi per incoraggiarli a recarsi alle urne, gli analisti temono un’affluenza molto bassa per queste elezioni.
Giovedì un gruppo di deputati europei ha pubblicato un comunicato stampa affermando che ‘boicotterà’ queste elezioni. Lo riferiscono alcuni media tunisini, come Tunisie-actu. “Il Parlamento europeo non osserverà questo processo elettorale e quindi non commenterà il processo o i risultati. Nessun singolo membro del Parlamento europeo ha ricevuto un mandato per osservare o commentare questo processo elettorale a nome del Parlamento”. Il comunicato aggiunge: “Se un deputato al Parlamento europeo decidesse di osservare queste elezioni, lo farebbe di propria iniziativa e non dovrebbe in alcun caso, con dichiarazioni o azioni, associare la sua partecipazione al Parlamento europeo”.
Sette circoscrizioni sono prive di un candidato, mentre una dozzina ne hanno uno solo, che sarà quindi eletto in anticipo. Le donne non rappresentano più del 12% dei candidati. I profili dei candidati a questa nuova assemblea vanno dai disoccupati agli imprenditori, alle casalinghe, agli agricoltori e agli insegnanti, una democratizzazione della funzione legislativa legata al tipo di elezione, un voto uninominale a due turni che esclude i partiti politici.
Come ricorda Radio France Internationale, queste sono anche le prime elezioni dalla rivoluzione in cui la maggioranza dei partiti politici boicotta apertamente il voto, come nel referendum costituzionale di quest’estate. La potente centrale sindacale, l’Ugtt, che non dà indicazioni di voto ma è in contrasto con il governo per le riforme economiche, ha detto che “le elezioni non hanno sapore né colore”. Pochissimi osservatori stranieri saranno presenti per assistere al voto, ad eccezione di una delegazione russa.
Inoltre, i deputati hanno ora molto meno potere di prima. Il nuovo Parlamento non è più chiamato a dare la fiducia al governo, i deputati non hanno immunità parlamentare e possono essere licenziati a determinate condizioni. Infine, il Parlamento non ha alcun potere di controllo sull’azione del governo o della Presidenza della Repubblica, che gli conferisce direttamente i disegni di legge da esaminare in via prioritaria, sottolinea Rfi.
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