È caos in Nigeria tra i partiti politici, il governo e il Parlamento per quanto riguarda l’organizzazione delle prossime elezioni, che dovranno tenersi tra febbraio e marzo del prossimo anno: mentre alcuni partiti politici hanno avviato il processo interno per la scelta del candidato presidenziale il presidente Muhammadu Buhari continua a tentennare nella firma della nuova legge elettorale e il partito di maggioranza, l’All progressives congress (Apc), continua a posticipare la data delle primarie, che erano previste per oggi.
Sulla base dell’attuale legge elettorale e secondo le linee guida attualmente in vigore pubblicate dalla Commissione elettorale nazionale indipendente (Inec) alcuni partiti politici, come il Peoples democratic party (Pdp), il partito dominante della quarta repubblica ma attualmente all’opposizione, sta andando avanti con il processo interno di selezione dei candidati e ieri avrebbe presentato all’Inec i nomi dei suoi delegati presso la Commissione elettorale. Il segretario nazionale del partito Debo Olugunaba, in una dichiarazione rilasciata ieri alla stampa nigeriana, ha accusato l’Apc di attentare alla democrazia nigeriana cercando di allungare il mandato presidenziale oltre la termine naturale, il 29 maggio 2023, “utilizzando l’insicurezza e l’incertezza politica” e nascondendo le proprie difficoltà interne nella scelta del candidato presidenziale.
Il ritardo dell’Apc è notevole: i nomi per la Commissione elettorale, e il processo di primarie, sarebbero dovuti essere comunicati ufficialmente lo scorso 14 maggio ma il partito ha annunciato che solo dal 23 maggio inizierà la selezione dei candidati presidente, avendo esaminato per ora solo gli aspiranti al ruolo di governatore, di senatore o di deputato: attualmente sono ben 25 gli aspiranti presidenziali dell’Apc e il voto delle primarie è previsto per i prossimi 29 e 30 maggio.
Secondo il quotidiano nigeriano Vanguard uno dei problemi che maggiormente preoccupano Buhari, che tentenna nel firmare la nuova legge elettorale, riguarda il dispendio enorme di risorse economiche da parte dei politici dei vari partiti per la campagna elettorale, nelle primarie e poi per contendersi un seggio. Il timore di Buhari è che la nuova legge elettorale carichi eccessivamente lo stato nigeriano di tali oneri finanziari, in un momento in cui tra inflazione, carenza di carburante e debito estero il Paese è sollecitato enormemente a livello finanziario. Solo l’Apc conta di aumentare il numero dei propri delegati che faranno campagna elettorale da 2.400 persone a 10-12.000, con un notevole aumento dei costi; inferiore l’aumento previsto per il Pdp, da 810 a 3.900 candidati.
I partiti più piccoli del Paese tuttavia sono critici verso l’atteggiamenti dei partiti di massa e verso questi ritardi nella firma della nuova legge elettorale, sottolineando come le primarie debbano per legge tenersi massimo 180 giorni prima del voto e che non ci sia più il tempo per modificare la legge elettorale. Polemiche che internamente stanno dilaniando anche il principale dei partiti politici, l’Apc di Buhari, che sembra in effetti incapace di organizzare il processo di selezione interno.