Considerare l’Mpox come un problema sanitario che colpisce solo l’Africa “è sbagliato e inappropriato”, ha affermato ieri il numero uno del Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa Cdc), Jean Kaseya. L’Mpox, o vaiolo delle scimmie, è “un importante problema sanitario principalmente in Africa ma anche a livello globale”, ha sottolineato il direttore generale. “Pertanto, l’Africa Cdc ha, per la prima volta, istituito un team di gestione degli incidenti continentale e un piano di risposta continentale completo”, ha aggiunto, in un briefing virtuale.
Kaseya ha anche detto ai giornalisti che l’Africa Cdc stava collaborando attivamente con i Paesi membri dell’Unione africana, i capi di stato e vari stakeholder per guidare una risposta unificata contro il virus, lavorando verso un solido meccanismo di risposta continentale.
Lunedì, l’Africa Cdc ha segnalato un totale di 22.863 casi di Mpox in 13 stati membri dell’Unione africana. I numeri includono 3.641 casi confermati, 19.222 casi sospetti e 622 decessi. L’Africa centrale rimane la regione più colpita, con 20.719 casi e 618 decessi, seguita da focolai più piccoli nell’Africa orientale, meridionale e occidentale.
Kaseya ha anche esortato gli stati membri a rafforzare i loro meccanismi di sorveglianza, sottolineando che ciò aiuterebbe a organizzare una risposta ben informata in tutto il continente. Ha aggiunto che l’Africa Cdc sta lavorando per garantire i vaccini per contenere la diffusione del virus, con 250.000 dosi già garantite e circa 165.000 in più in fase di approvvigionamento.
Il Gabon è l’ultimo paese a segnalare un focolaio, confermando il suo primo caso il 22 agosto, che ha coinvolto un viaggiatore di ritorno dall’Uganda.