Il bilancio della tempesta Daniel, che si è abbattuta sulla parte orientale Libia nelle ultime ore, è ancora incerto ma il timore è che i morti siano migliaia. I media turchi parlano di almeno 2000 morti e migliaia di dispersi, cifre comunicate ieri dal governo della Libia orientale, non riconosciuto a livello internazionale. Il primo ministro dell’Est, Osama Hamad, ha dichiarato a un canale televisivo libico che “i dispersi sono migliaia, e i morti superano i 2.000. Interi quartieri di Derna sono scomparsi, insieme ai loro abitanti, travolti dall’acqua”. Jalel Harchaoui, uno specialista della Libia, ha detto alla Bbc che il bilancio delle vittime potrebbe raggiungere “diverse migliaia” di persone. Nella città di Derna la tempesta ha distrutto due dighe, facendo tracimare altra acqua che ha sommerso parte della città, annegando un numero imprecisato di persone. A Derna vivono oltre 100.000 persone. Le autorità della Cirenaica hanno dichiarato Derna “città del disastro”.
Sono state tutte colpite le città orientali di Bengasi, Sousse, Derna e Al-Marj. Daniel è transitato in Libia domenica e le autorità hanno immediatamente dichiarato lo stato d’emergenza. Le piogge hanno raggiunto i 500 mm in poche ore, con venti fino a 180 chilometri orari che hanno spazzato la Cirenaica per oltre 24 ore. Anche la regione di Misurata è stata gravemente colpita dalla tempesta e oltre alle scuole e ai negozi, anche quattro terminal petroliferi hanno sospeso le attività a causa della tempesta ma non è chiaro se ci sono stati o meno danni agli impianti.
Il primo ministro tripolitano Abdulhamid Dbeiba, a capo del governo riconosciuto internazionalmente, ha dichiarato domenica di aver dato ordine a tutte le agenzie statali di “affrontare immediatamente” i danni e le inondazioni. Le Nazioni Unite in Libia hanno fatto sapere di stare seguendo da vicino la tempesta e che “forniranno aiuti umanitari urgenti a sostegno degli sforzi di risposta a livello locale e nazionale”.
Entrambe le amministrazioni rivali in Libia hanno dichiarato un lutto nazionale di tre giorni. La settimana scorsa Daniel aveva colpito la Grecia, la Turchia e la Bulgaria, uccidendo più di una decina di persone.
Gli scienziati del clima spiegano che il riscaldamento globale fa evaporare dai mari più acqua durante l’estate, portando a tempeste più intense non appena le temperature calano.
Per cercare di raggiungere più persone possibili le compagnie telefoniche Al-Madar e Libyana hanno aperto gratuitamente le loro linee internet, mettendole a disposizione di tutti. Il portavoce del governo di Bengasi Ahmed al-Mismari ha detto ieri sera di aver perso i contatti con cinque soldati, soccorritori inviati a Al-Bayda.
E’ ancora in corso nelle ultime ore il bilancio delle vittime e dei dispersi. La Croce Rossa ritiene che siano circa 10.000 le persone disperse. Lo ha detto oggi ai giornalisti a Ginevra, Tamer Ramadan, funzionario della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ficr), in video collegamento dalla Tunisia.
“Possiamo confermare dalle nostre fonti di informazione indipendenti che il numero delle persone disperse ha raggiunto finora le 10.000 unità”, ha Ramadan, capo delegazione della Ficr in Libia.
Circa un quarto della città di Derna, la più colpita, è stato spazzata via dalle inondazioni dopo che le dighe sono crollate e più di 1.000 corpi sono stati recuperati finora, ha riferito l’amministrazione orientale del Paese. Il bilancio totale provvisorio delle vittime è di oltre 3.000 ma secondo Ramadan potrebbe essere “enorme e raggiungere le migliaia”.
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