Il governo etiope ha lanciato un appello alla comunità internazionale per evitare una nuova escalation del conflitto nella regione del Tigray, nel Nord dell’Etiopia, accusando una fazione politica di “violazioni multiple” dell’accordo di pace che ha posto fine a due anni di guerra. Il ministro degli Esteri etiope, Gedion Timothewos, ha rilasciato una dichiarazione in un contesto di crescenti tensioni interne al Fronte di popolare di liberazione del Tigray (Tplf), firmatario dell’Accordo per la cessazione permanente delle ostilità (Coha), siglato nel novembre 2022 con il governo federale etiope. Lo riporta l’agenzia di stampa statale Ethiopian News Agency (Ena).
Timothewos, durante un briefing con i rappresentanti diplomatici ad Addis Abeba, ha esortato la comunità internazionale a “distinguere tra coloro che ostacolano l’accordo e chi cerca di attuarlo fedelmente” e a sostenere il processo di pace.
L’Etiopia, secondo Paese più popoloso dell’Africa, ha vissuto un devastante conflitto biennale tra le forze governative e quelle leali al Tplf, scoppiato nel novembre 2020 e costato centinaia di migliaia di vittime e milioni di sfollati. L’accordo di pace, firmato a Pretoria, prevedeva il ripristino dell’ordine, la ripresa dei servizi essenziali e il disarmo degli ex combattenti del Tplf.
L’attuale crisi interna al Tplf sta sollevando gravi preoccupazioni per la sicurezza nella regione, con appelli alla moderazione e al dialogo costruttivo tra le parti coinvolte. L’Unione Africana (Ua) ha espresso “profonda preoccupazione” per la situazione e ha sottolineato l’importanza della stabilità e della pace nel Tigray. “Alla luce degli sviluppi attuali, l’Ua esorta le parti a rispettare gli obblighi sanciti dall’Accordo per la cessazione permanente delle ostilità”, si legge in una nota.
Nel frattempo, una fazione dissidente all’interno del Tplf ha preso il controllo di uffici e istituzioni chiave nella regione nell’ultima settimana, alimentando i timori di una ripresa del conflitto. Secondo Timothewos, le violazioni dell’accordo includono il tentativo di “smantellare con la forza l’amministrazione ad interim, collaborare con forze esterne ostili all’Etiopia e ostacolare il ritorno degli sfollati interni”.
Il ministro ha inoltre denunciato il blocco del processo di disarmo, smobilitazione e reintegrazione, un elemento cruciale dell’accordo di pace, e il mancato rispetto delle direttive della Commissione elettorale nazionale etiope. “Non si tratta di semplici infrazioni, ma di gravi violazioni che minacciano le fondamenta dell’Accordo di Pretoria”, ha dichiarato Timothewos, secondo quanto riportato dall’Ena.
Intervenendo accanto al ministro etiope, il presidente dell’amministrazione ad interim del Tigray, Getachew Reda, ha affermato che la situazione ha raggiunto un punto critico. “L’amministrazione ad interim non riesce più a svolgere le sue funzioni quotidiane”, ha avvertito, denunciando il sequestro forzato delle strutture amministrative, la detenzione di funzionari e l’uso della violenza contro i manifestanti da parte della fazione dissidente.