La Repubblica Democratica del Congo ha chiesto un embargo internazionale sulle esportazioni di minerali dal vicino Ruanda, accusato da Kinshasa di ricorrere a utilizzare gruppi ribelli per saccheggiare le sue risorse naturali nell’est del Paese. “Tutti i prodotti minerari provenienti dal Ruanda dovrebbero essere considerati ‘minerali sporchi di sangue’, perché la loro alimenta il conflitto nell’est della Repubblica democratica del Congo – ha detto il ministro delle Miniere, Antoinette N’Samba Kalambayi, in una nota – tutte le parti interessate, compresi i consumatori finali di prodotti minerari, dovrebbero impegnarsi a favore di una catena di approvvigionamento responsabile e dovrebbe essere decretato un embargo contro il Ruanda”.
L’appello di Kinshasa arriva dopo che una delle più grandi miniere di tantalio situate nell’est del Paese è finita sotto il controllo del gruppo di miliziani M23 che, secondo le autorità congolesi ed esperti Onu, sarebbe sostenuto dal Ruanda. Il mese scorso, il portavoce del governo di Kigali, Yolande Makolo, ha dichiarato a Bloomberg che tale accusa è “una strategia da capro espiatorio” da parte del governo congolese per coprire i propri “fallimenti in termini di sicurezza e governance”.
Foto: Marco Gualazzini