Disinformazione e false notizie in rete hanno contribuito a rendere ancora più rovente il clima di tensione tra tunisini e migranti subsahariani negli ultimi giorni, a ridosso degli eventi di Sfax. A sottolinearlo è il sito BusinessNews, secondo il quale “attraverso video e foto condivisi sui social, si è creata un’ondata di sdegno e di disprezzo. Questi atti di disinformazione hanno avuto conseguenze dannose, amplificando l’attuale crisi migratoria in Tunisia e alimentando le tensioni all’interno della società”, scrive la giornalista Rabeb Aloui.
“La diffusione di informazioni false ha svolto un ruolo importante nella stigmatizzazione dei subsahariani in Tunisia”, sottolinea.
“Qualche giorno fa un internauta ha affermato di essere stato derubato da un subsahariano utilizzando la foto del calciatore belga Romelu Lukaku. Sebbene Lukaku sia ben noto agli appassionati di calcio, molti tunisini hanno creduto a questa storia e l’hanno trasmessa, condannando così il presunto atto di furto. Questa notizia è stata usata come pretesto per lanciare campagne di odio contro i subsahariani”, scrive Raloui.
Altro esempio, l’utilizzo della foto del cantante Kanye West in uno scenario simile, fuorviando i lettori e creando ancora una volta confusione. Alcuni tunisini hanno creduto a questa storia di furto, contribuendo così all’escalation della sfiducia nei confronti dei subsahariani.
“Un’altra campagna di disinformazione ha affermato che migliaia di africani subsahariani stavano percorrendo a piedi la distanza tra Kasserine e Sfax. Questa informazione ha creato un acceso dibattito sui social network. Tuttavia, è diventato subito evidente che queste informazioni erano infondate. Altre pubblicazioni mostravano convogli di autobus presumibilmente pieni di subsahariani trasportati in Tunisia dall’Algeria”, riferisce ancora la giornalista. “Dopo la verifica, è emerso che il paesaggio visibile nel video corrispondeva al sud dell’Algeria, in particolare alla strada per El Meniaa, situata nel Sahara algerino. Le targhe dei veicoli riportavano chiaramente i numeri corrispondenti alla wilaya di El Meniaa. Anche le iscrizioni sugli autobus, come “Adrar” e “Tamanrasset”, corrispondevano a regioni dell’Algeria meridionale. È apparso chiaro che gli autobus erano diretti al sud dell’Algeria e non alla Tunisia, e che il video mostrava effettivamente un’operazione di rimpatrio di migranti subsahariani”.
La tensione è ulteriormente aumentata a Sfax, città portuale tunisina, dopo che un cittadino è stato accoltellato a morte da un subsahariano nella notte di lunedì 3 luglio. Questo incidente ha amplificato l’odio nei confronti dei subsahariani e ha portato a richieste di espulsione. Si è così sviluppata una situazione caotica a Sfax, dove mercoledì 5 luglio 2023 è confluita in stazione una folla di migranti intenzionati a lasciare la città in direzione di Sousse e della capitale Tunisi e la tensione si è acuita nei giorni scorsi, con diverse arresti tra i subsahariani.
“Questa situazione – commenta Rabeb Aloui – testimonia le crescenti difficoltà che la Tunisia deve affrontare in termini di gestione dei flussi migratori. Informazioni false alimentano un’atmosfera di sfiducia e paura, che si traduce in scontri tra comunità locali e migranti”.
Nello stesso contesto sono circolate, suscitando indignazione, immagini e video che mostrano vessazioni e accerchiamento dei subsahariani da parte dei tunisini. Il portavoce della Direzione generale della Guardia nazionale, il colonnello maggiore Houssemeddine Jebabli, ha sottolineato che alcune di queste immagini erano vere, mentre altre erano vecchie e non si sono verificate affatto in Tunisia.
Questi incidenti hanno danneggiato la reputazione del Paese secondo il colonnello maggiore, dando l’impressione che la Tunisia fosse inospitale e ostile nei confronti dei migranti subsahariani. Hanno anche alimentato l’odio verso questa comunità, rafforzando così il pregiudizio e la discriminazione.
L’autrice del lungo articolo su Businessnews.com.tn invita le autorità a approccio globale, che comprenda gli aspetti legali, di sicurezza e umanitari, fondamentali per affrontare la questione della migrazione irregolare in Tunisia.